Il mare non è una fogna blu - Introduzione
di Maria Cristina Gattei
Fai quello che devi, accada quello che può
Quando e in quali momenti da ambientalista teorico si diventa
militante volontario per sostenere chi non ha voce? Non so spiegarvelo, ognuno
trova la sua strada in forme diverse. Il mio percorso iniziò una mattina
di luglio nei giardini Ferrari dove erano destinati a morire, tagliati, tantissimi
alberi. Da lì l'insorgere di un sentimento di indignazione crescente.
Per circa un mese ho allertato e richiamato chiunque si dimostrasse sensibile,
raccolto firme, presentato un esposto in procura, picchettato giorno e notte
i giardini cercando di trovare un compromesso per salvare i troppi alberi considerati
di intralcio al recupero della Domus scoperta in loco. È nato così
il "Comitato giardini Ferrari" dalla reazione di tantissime persone
come me sdegnate dall'ennesimo rifiuto dell'amministrazione di condividere con
i cittadini un progetto di restauro che, seppur (speriamo) utile alla città,
doveva essere portato avanti con minor arroganza e minor dispendio di risorse.
Quegli alberi, inoltre, erano i ricordi dell'infanzia di generazioni di riminesi,
facevano parte della storia della città e nostra personale. Ma gli alberi
che avevano resistito ai bombardamenti della guerra sono caduti sotto gli assessori,
gli architetti e gli ingegneri. Ormai però qualcosa era cambiato e non
sarei potuta tornare indietro nella sfera del mio privato come avevo fatto tanti
anni prima. Sentivo forte la necessità di agire, anche nella consapevolezza
che non avrei cambiato il mondo. Ed è stato in questo periodo, attraverso
i numerosi contatti con altre esperienze ambientaliste che ho incontrato le
persone che componevano l'allora comitato "Basta Merda in Mare".
Un gruppo di persone che si è posto subito nei miei confronti in relazione
dialettica di scambio e curiosità e che si è dimostrato aperto
nell'ascoltare, nel ricevere nuove proposte, nell'accogliermi. E per ultimo,
ma non meno importante, il gruppo trasmetteva tanta allegria e ironia: perché,
come ha scritto il mio amico Simone Mariotti, sono ambientalista perché
sono ottimista. Ho cominciato, così, a partecipare alle loro riunioni,
in un periodo in cui stavano vivendo un momento di transizione tra il rimanere
un movimento di opinione o scegliere una strada diversa per diventare sempre
più punto di riferimento per la cittadinanza e le istituzioni. Ed io
mi sono ritrovata ad avere un ruolo sempre più attivo in questa dinamica.
Abbiamo cercato insieme una nuova identità rimanendo fermi i contenuti
della denuncia.
Un percorso controverso, ricco di dubbi. L'idea era quella di trasformarsi in
associazione di volontariato e, nonostante ci fossero esitazioni al riguardo
da parte di alcuni per l'incertezza del nuovo modo di proporsi, nessuno a mai
ostacolato questo cammino di crescita. Il Comitato "Basta Merda in Mare"
diventava Associazione di volontariato ambientalista ONLUS.
Ebbi la possibilità di presentare un progetto per lo sviluppo della nuova
organizzazione. Nella stesura delle azioni ho ricercato un piano che tenesse
conto della realtà circostante e allo stesso tempo degli obiettivi di
crescita: farsi maggiormente conoscere cercando di ottenere dei risultati nel
tempo. L'Associazione da Comitato aveva già acquisito localmente una
sua notorietà, quindi era necessario preparare il terreno per la fase
successiva, creare la svolta, portare "Basta Merda in Mare" da una
posizione di denuncia a soggetto con cui confrontarsi a livello istituzionale.
Da oltre un decennio i soci di "Basta Merda in Mare"
sono impegnati nella lotta contro gli scarichi a mare. Due libri, un convegno,
la presenza costante sulle emergenze, la ricerca sull'ambiente come associazione
presente e attiva e la volontà di non mollare è quanto di meglio
siamo riusciti ad offrire a chi ci segue da anni. Un contatto diretto con la
natura aggredita, la riscoperta non a parole (come spesso accade), ma nei fatti
di uno stile di vita comunitario, è un'esperienza difficilmente rintracciabile
anche per modalità di intervento in attività similari svolte anche
da altre associazioni.
Il volontariato è un valore di "Basta Merda in Mare", vogliamo
lavorare ed essere un punto fermo per la cittadinanza, ripagati da un mare più
pulito e integro, dalla soddisfazione di essere utili all'ambiente e a chi verrà
dopo di noi, nella consapevolezza di non avere padroni. Per me volontariato
è dare voce a chi non può parlare né votare.
Il rapporto tra "Basta Merda in Mare" e il CSV - Volontarimini
Spesso quando si inizia a far parte di un volontariato "ufficiale"
non si conoscono tutti i cavilli burocratici, le questioni organizzative e progettuali,
sotto questo aspetto è stato rilevante il sostegno di Volontarimini -
Centro di Servizio del Volontariato (CSV) della provincia di Rimini di cui "Basta
Merda in Mare" è diventata associata.
Sono venuta così a contatto con un nuovo soggetto del mondo solidale.
Ho cercato di muovermi con precauzione nell'approccio con la nuova struttura.
Temevo che ci potesse essere un atteggiamento di sottovalutazione verso un associazione
ambientalista, memore dell'esperienza passata in cui le amministrazioni pubbliche
avevano manifestato diffidenza, disprezzo, scredito nei confronti di un tema
che si voleva assolutamente occultare.
Ricordo che, quando mi presentavo, il nome incisivo e senza dubbio diretto della
nostra associazione aveva creato qualche dissenso in quanto forte provocazione
in un mondo dai toni più mistici. Era come se il volontariato fosse diviso
in associazioni di serie A e di serie B, e purtroppo gli ambientalisti erano
erroneamente posti nell'immaginario collettivo nella seconda serie. A questi
non era riconosciuto lo status di volontario come eroe buono che si dedica agli
altri. Un'idea nata dall'inconsapevolezza dell'agire dell'ambientalista che
è spesso in prima linea, anche in situazioni drammatiche, come testimonia
la storia segnata dai nomi di persone che hanno combattuto e sono state uccise
per la difesa della natura.
Inizialmente alle riunioni le altre organizzazioni (non ambientaliste) forse
si aspettavano che i soci di "Basta Merda in Mare" fossero dei personaggi
coloriti ed eccentrici e rimanevano spiazzati nel vedere una signora "normale"
e normalmente vestita, che si poneva nei loro confronti aperta e disponibile
al raffronto. In realtà anche da parte mia c'era qualche piccola riserva
perché, ripensandoci, avevo mio malgrado messo in atto mentalmente un
meccanismo di controllo sugli atteggiamenti e le disponibilità del CSV.
Come si sarebbero comportati gli operatori rispetto ad un'associazione considerata
scomoda per i temi ed i toni che la caratterizzavano? Sbagliavo, al contrario
sono stata ben consigliata, stimolata e incoraggiata.
La nascita del Forum Ambiente della provincia di Rimini
Il Forum per l'Ambiente era stato un mio piccolo sogno fin
dai tempi del comitato. Riunire sotto lo stesso manifesto quante più
associazioni ambientaliste fosse stato possibile. In politica, e non solo in
politica, chi si isola si espone ad un rischio che può portare ad indebolirsi.
Tenendo ben presente questa vecchia regola, l'unione delle associazioni avrebbe
contribuito ad ampliare e valorizzare la tagliente lucidità della nostra
denuncia che era stata per tanti anni nostra caratteristica e risorsa. Le basi
teoriche erano gettate, ora occorreva trovare le persone disponibili ad impegnarsi
a sostenere e tenere vivo il nuovo soggetto. Quindi iniziò la ricerca
di adesioni per poter rimettere in piedi il Forum e farlo funzionare. Non furono
necessarie numerose riunioni, le associazioni sono tantissime, ma l'ambiente
è uno. E non dovemmo cercare molto per stendere i punti dell'emergenza
ambiente per la provincia di Rimini.
A questo punto, valutare come e perché nei confronti di alcune associazioni
ci fosse una perdita di carica ideale prevedeva un lavoro faticoso e di ricostruzione.
Un lavoro, comunque necessario, volto a riconoscere le proposte superflue di
cazzate che a vario titolo in genere dominano il mondo del volontariato ambientalista,
dove si sprecano recite collettive in cui tutti fanno finta di essere buoni,
ma in realtà pensano alla propria sopravvivenza. Altro che impegno come
gratuità e trasparenza delle associazioni!
Non ci sarebbe niente di male se questo fosse detto chiaramente e si distinguessero
le idealità dalle necessità. Molto spesso i rappresentanti di
queste organizzazioni sono anche ipocriti, grandi chiacchiere e poca sostanza,
chiacchiere che nascondono, in realtà, interessi particolari.
Le associazioni sono fatte di uomini che portano all'interno la propria trasmissione
di valori, ma anche di disvalori, dando origine a una complessità dove
non sempre si riesce a orientarsi, con il rischio di non distinguere le buone
prassi dagli opportunisti. E questo lo si può notare in quelle associazioni,
anche apparentemente critiche, ma che in realtà sono funzionali allo
status quo, che gira e rigira cercano di ottenere contributi eccezionali o di
altra natura. Tant'è vero che in questo settore gravitano in continuazione
i "professionisti" della consulenza e degli incarichi.
Il Forum Ambiente nella sua fase iniziale mi aveva provocato una forte crisi
morale per i suddetti motivi. Molte volte sono stata sul punto di abbandonare,
ho pensato che fosse necessario inventare altre cose e bisognasse ricominciare
da capo, a me nella vita è successo talmente tante volte che ormai non
le conto più.
Ma nel confronto e nello scontro è prevalsa l'idealità nel richiamare
gli indecisi e i confusi verso un rigore morale da parte di pochi ma buoni,
questo mi ha convinto a continuare.
Il volontariato come mondo contiene molti mondi. Premesso che all'interno del
Forum ogni associazione mantiene la propria specificità e libertà
di azione, in mezzo a una galassia di esperienze, di visioni e di linguaggi
diversi, si è comunque riusciti, anche se non è stato facile,
a costruire un cammino comune.
Oggi "Basta Merda in Mare" e le associazioni del Forum possono diventare
un modello di partecipazione popolare dal basso, che sappia congiungere la radicalità
dei bisogni del mare e dell'ecosistema con la capacità di dialogo e il
diritto alla partecipazione democratica alla gestione del territorio. Oggi posso
dire che il Forum sta percorrendo quella strada per diventare quello a cui auspicavo
alla sua nascita: un soggetto attivo a sostegno, a supporto dell'ambiente al
pari di enti pubblici e soggetti privati, quindi partecipe alle decisioni e,
ancor prima, presente all'elaborazione dei contenuti.
Contro ogni inquinamento
Il nostro ambiente è inquinato da polveri sottili, scarichi
in mare e abbattimento del poco verde rimasto. Ma oltre a questo c'è
un altro inquinamento: quello delle bugie. L'ignoranza con cui, una volta avuta
una carica pubblica, i nostri amministratori pronunciano bugie altamente tossiche
che impunemente si disperdono nell'ambiente. Allora mi chiedo chi sia il cittadino
per chi ci governa. Chi sono i cittadini?
Un potere organizzato, magari a volte solo grazie ad una parte di loro, e consapevole
di quel che vuole, o una quantità numerica facilmente manovrabile e manipolabile
al servizio dei soliti interessi di pochi?
Gli amministratori molto spesso trovano la strada del consenso con la demagogia,
si servono delle sentenze tecniche: tecnico del tubo, tecnico dei bisogni, ma
soprattutto tecnici della politica davanti ai quali i cittadini-sudditi perdono
la parola. Quante volte hanno fatto tacere il dissenso nascondendosi dietro
priorità economiche mal gestite!
Il parere degli esperti ci interessa, ma vogliamo sentire come ridurre o risolvere,
non come ignorare il problema e continuare impunemente a imporre le stesse idee
inquinate di economicismo.
È quindi il momento, lo è da tempo in realtà, di rimboccarsi
le maniche, nonostante ciò comporti dei costi. Ma è necessario
farlo, perché, per esempio, le obiezioni che arrivano alla nostra associazione
dal mondo politico spesso sono semplicemente vergognose, sia quelle di chi crea
ad arte alibi pseudo-scientifici, sia quelle di chi, non osando negare l'evidenza,
solleva obiezioni di mero ordine economico, mentre allo stesso tempo contribuisce
impunemente al continuo sperpero di risorse ed al peggioramento della situazione.
I nostri amministratori hanno imparato bene a utilizzare due
organi (cuore e cervello): con il primo esaltano la vita, sono contro l'aborto
e cantano il primato della città; con il secondo calcolano senza scrupoli
i loro interessi, non solo elettorali. In questo modo radicalizzano la separazione
tra l'io e ciò che lo circonda: il territorio e l'ambiente come cose
altre da sé, in modo che un luogo - la marina, gli alberi dei giardini
Ferrari, il bosco della Sacramora - non sia più un deposito di memorie
ed una fonte di vita, ma uno spazio da sconvolgere, da inquinare.
L'associazione continuerà con tutti i mezzi che la costituzione le mette
a disposizione a lottare contro la merda in mare, ma anche contro il mare di
merda che chi ci amministra ci vuol fare ingoiare.
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