23 febbraio 2011, La Voce di Romagna
di Simone Mariotti
Riporto un brano di cronaca uscito sulla stampa locale:
L’associazione denuncia la fuoriuscita di liquami in mare ormai da molte settimane e anche durante le festività natalizie, e chiede un pronto intervento all'Amministrazione comunale per sanare una situazione di inquinamento e degrado non più sopportabile, e per eliminare le cause (le pompe di sollevamento dell'impianto di scarico fognario che non svolgono il loro compito) che portano alla fuoriuscita costante di liquami nel bel mezzo del lungomare e sulla spiaggia che viene utilizzata per la balneazione estiva da famiglie e bambini. Il sindaco si dichiara sorpreso e sconcertato dalle denunce e porta le sue controdeduzioni: “Per limitare al massimo questo fenomeno”, dice, “abbiamo cercato in questi anni di separare sempre più le acque chiare da quelle scure e in gran parte ci siamo riusciti e continueremo a farlo in altre zone. Nel periodo estivo questo fenomeno si verifica saltuariamente, solo in caso di fermata accidentale delle pompe di sollevamento o di intense precipitazioni. La situazione sul lungomare, sotto la nostra amministrazione, è notevolmente migliorata”.
Non è uno scambio di battute tra “Basta Merda in Mare” e il Sindaco di Rimini, ma quello che accadeva 4 anni fa in un comune dell’isola d’Elba (dove mi trovo ora mentre scrivo questo pezzo), e che riassume un po’ quello che accadeva e che potrebbe accadere domani a Rimini: si sversava a mare, le fogne erano miste con pompe insufficienti e durante le piogge il liquame finiva in mare. Si iniziarono i lavori di separazione graduale e la situazione in una manciata di anni la situazione migliorò. Fatte le proporzioni, sono i trenta che ci vorranno a Rimini.
Il caso dell’Elba a questo punto ci ricorda due cose. La prima, ma già si sapeva bene, è che Rimini è tutt’altro che indietro su questo fronte e che in gran parte d’Italia si sta peggio (ma in gran parte d’Italia non c’è la più grande associazione di albergatori del paese né la più alta concentrazione di strutture ricettive legate al turismo). La seconda è che messi in calendario (e nel caso dell’Elba, anche eseguiti) certi lavori, resta un uso politico della situazione. Nel caso di quel comune elbano, i lavori furono iniziati da un’amministrazione di sinistra, e portati avanti da una di destra. Il sindaco di destra si vantava però delle 5 Vele del Touring avute in gran parte per merito dell’altro, ma quando il problema era diventato ben minore riceveva le critiche dagli ambientalisti (di sinistra - era Legambiente) che all’altro sindaco, quando il problema era ben più grave, perdonavano molto di più.
Rimini 2011, anno elettorale.
Il piano delle fognature rivisto dal consiglio comunale del 2010 risaliva al 2006 (anno elettorale). E dal 2006 al 2010 era rimasto in stand by. Febbraio 2011: votato il piano di fattibilità previsto dalla delibera del 2010, che ri-modifica alcune cose, fa alcuni passi indietro, ma sancisce, sulla carta, l’inizio di un nuovo corso.
I voti in consiglio sono stati molto importanti perché hanno dimostrato ufficialmente la fondatezza dell’urgenza delle richieste che Basta Merda in Mare ha fatto per anni e, se non fossimo in Italia, stabilirebbero un obbligo per un’amministrazione.
Quel “corso” in realtà non è neanche tanto nuovo, perché poco cambierà tra i lavori che erano previsti anche prima del consiglio del 2010 e quelli che verranno domani. Ma i voti in consiglio sono stati una rivoluzione necessaria per preparare il terreno alla rivoluzione concreta che deve ancora arrivare: lo stanziamento di importanti risorse per le fogne. Se non altro, dato che siamo tutti consci della difficoltà finanziarie dell’amministrazione, i voti speriamo servano a ristabilire la tabella delle priorità, e dare esecuzione a qualche proclama coraggioso. Per esempio, l’assessore Magrini un anno fa annunciava un’importante azione per la regolarizzazione degli allacciamenti privati, che era dell’ordine di decine di migliaia. E’ passato un anno di nulla di fatto, e in consiglio durante il voto per il piano di fattibilità, l’assessore è tornato alla carica su questo tema, a parole, che essendo elettoralmente non proprio pagante, sa un po’ di propaganda, dato che non sarà certamente attuato nel breve.
Ci penserà Gnassi a dar seguito alle parole di Magrini facendo una cosa così impopolare come far spendere migliaia di euro a tutte le famiglie a causa di tubi, sottoterra, non regolari?
Un’altra cartina di tornasole per testare la buona fede degli amministratori e, al contempo, l’attivismo degli ambientalisti, sarà il monitoraggio e l’informativa che verrà sulla questione sanitaria, che resterà con la sua urgenza attuale a lungo, e che non potrà essere accantonata dicendo: “abbiamo votato, e i lavori li faremo”.
Solitamente i dittatori, alla prima concessione significativa sui diritti, ritengono di dover essere gratificati come se in passato non fosse stata responsabilità loro negarli. Mi viene in mente Fidel Castro che si vantava di aver “regalato il natale” ai cubani dopo la visita del papa, come se fosse un suo merito quello e non un demerito averlo negato per decenni. E a sentire gli esponenti del PD riminese parlare di fogne mentre tra l’altro, stanno approvando l’altre altre valanghe di cemento in zone già critiche, sembra, con i dovuti distinguo, assistere alla stessa pantomima da parte di chi da sempre governa la città e il disastro fognario lo ha creato, negandone oltretutto l’esistenza per decenni (e non pochi lo fanno tutt’ora). Ora si vanteranno come faceva il sindaco di quel comune dell’Elba, nel nostro caso, però, prima di averli fatti davvero quei lavori. Ma siamo nel 2011, dicevo, un anno elettorale.