Rimini, 30 luglio 2011
Il circo è arrivato a Rimini.
Sono tutti in pista., una folla chiassosa e disordinata sgomita e annaspa per attirare su di sé di un riflettore” che dovrebbe assicurargli il proprio quarto d’ora di celebrità. Il sindaco “domatore di leoni” agita invano la frusta tentando di ristabilire un ordine che gli è evidentemente sfuggito e mentre è impegnato a gestire le cento belve che ruggiscono sulla città, il resto della scena è ormai fuori controllo.
Tutti alzano la voce, sono decisi a raccogliere l’attenzione del pubblico. Il fatto è che nessuno ha una mezza idea di cosa fare per meritare tutta questa considerazione all’interno di questo impietoso spettacolo.
Rimini è stata più o meno questa negli ultimi due mesi di dibattito sul problema delle fogne e la rassegne stampa sull’argomento, oltre che alle ovvietà ormai arci-note sul problema, hanno dato spazio agli interventi dei più sciocchi ed estemporanei. In due mesi si sono riesumate le ormai “mitiche” condotte a mare protese ad un chilometro dalla costa, le mega vasche Imhoff collettive, le petroliere-serbatoio, le si sono sparate grosse con i progetti e le sciocchezze più impensati. Qualche altro giorno e qualcuno proporrà la distribuzione gratuita di limoni ai turisti. Insomma il circo al completo: dalle macchiette rivierasche dei soliti auto incoronati opinionisti, ai rinnegati della politica, ai consiglieri improvvisati conoscitori del problema giungendo in ultima istanza agli assessori fantasma. Tutti straparlano. Nessuno ha scelto di tacere.
Basta merda in mare ha tentato, forse invano, di tenere il timone puntato su una programmazione dei lavori di sdoppiamento della rete puntuale, scientifica e ben coordinata con i soggetti e le attività economiche operanti sul territorio, ma nell’imperversare del dibattito sul nulla, anche noi iniziamo a spazientirci.
Il disastro ambientale, sanitario ed economico relativo agli inquinamenti da scarichi a mare è un dato di fatto assodato e non voglio annoiare nessuno rifacendo la storia della lotta egli ultimi anni di BminM., ma a questo punto, è bene puntualizzare che il problema delle fogne, prima che venisse riconosciuto e trasformato nel palcoscenico personale dei pensatori mancati del paesello , non interessava proprio a nessuno e a Rimini la separazione delle reti non la voleva nessuno, specie gli amministratori e le categorie economiche che oggi si stracciano le vesti urlando allo scandalo.
Quando nel 2010 presentammo in C.C.le nostre corpose modifiche al PGF del 2006, ipocritamente ci venne chiesto di nascondere il nome dell'associazione dentro quello molto più neutro e tranquillizzante (quantunque onorevole) di Forum per l'ambiente.
In preparazione a tutto ciò, ricordo la fatica di quel periodo riguardo agli incontri, richiesti consigliere per consigliere (a parte quelli che si sono negati) per spiegare il problema e l'emergenza.
Se non fosse stata drammatica, la situazione sarebbe sta da gag da circo appunto.
Sono passata dal sentirmi dire :" Ma davvero? gli scarichi delle fogne vanno in mare?!!" al " Non ne sapevo assolutamente nulla credevo facesse tutto il depuratore" , fino al più arguto di tutti che ammiccando la sua benevolenza, molto generosamente mi concedeva la sua protezione dicendo: " Se le cose stanno così io sono qua però l'interrogazione la devi scrivere tu”.
Questi erano rappresentanti eletti e non sapevano nulla.
Come era possibile che non cercassero neanche di nascondere la loro totale ignoranza? Boh?
Che sia il quarto mistero di Fatima legato alla politica riminese?
Taccio sui nomi perché molti di loro sono stati rieletti in consiglio e voglio pietosamente lasciarli al loro mondo di fiaba. Ma adesso basta, dopo anni, anni e ancora anni a parlare di un problema che è sempre stato negato da politici, albergatori e bagnini!
I politici davano le colpe al Po, i bagnini dicevano ai bagnanti che forse si era rotto un tubo e gli albergatori non facevano nulla se non chiederci di cambiare nome.
Ora il problema ha presentato il conto e se i sindaci degli ultimi 20 anni sono i responsabili (in quanto rappresentanti i tutti e massime autorità sanitarie) dello sfacelo del sistema fognario, in quanto incapaci di dare priorità a questa emergenza è inutile indugiare parlare d’altro se non di tre cose da fare.
1) Smettere i peggiorare la situazione quindi smetterla i costruire dove la situazione è fuori controllo (cioè ovunque
2) Trovare i finanziamenti: Roma, Bruxelles, non a Friburgo perché come si sa, si trova a ridosso della foresta nera e non in zona mare.
3) Bisogna iniziare ove si può, lentamente se ci sono pochi soldi, ma bisogna partire. Decidere chi, come e quando inizierà a usare il badile sulla rete.
Ogni dichiarazione, proposta o parere che possa essere minimamente fuorviante ai 3 punti sopra citati è inutile, sciocco e superfluo. Mi permetto di essere perentoria e lapidaria in questo.
Quando leggo dibattiti su eventuali, “tavoli di confronto tecnico fra cittadini e amministrazione” sulle segnalazioni di divieto temporaneo di balneazione, mi chiedo se la politica non avesse nulla da fare o da dire. Perché sprecare altro tempo dietro all’inutilità di questo tipo di confronto? Occorre indire un tavolo o impiegare altre energie tolte alla progettazione degli interventi di ristrutturazione della rete (che spero decolli davvero nei tempi preventivati) per definire in pubblica assemblea che i cartelli di segnalazione debbano essere ben visibili, leggibili, multilingue ed esposti con puntualità?
Se la politica necessita di una cittadinanza che le suggerisca anche queste ovvietà, auspico una dimissione in massa della classe dirigente, dal sindaco, fino all’ultimo usciere del comune. E mi auguro che questi non siano altri giochini auto-promozionali per ottenere immagine e visibilità mediatica, perché siamo stanchi di essere presi in giro,
E quando leggo le dichiarazioni di un assessore all'ambiente che ricorda le iniziative intraprese in questo senso, viene da domandarsi quali siano e quali sarebbero.
Quando si leggono frasi (ormai tardive) del tipo "Ponendo al centro, la tutela cauzionale dei bagnanti e di un'informazione reale, puntuale e non di allarmismo" , non si può che esclamare un morettiano:
“Ma come parla?! Cosa vuole dire tutela cauzionale? Mandiamo i vigili a togliere i bambini che giocano nelle fosse piene di m…? E ancora parole del tipo "Non di allarmismo" sentiamo il dovere di domandare:
Ma chi lo vuole assessore? I cittadini? Gli operatori turistici? Basta merda in mare? Chi?
Siamo tutti legati all'economia turistica, ma se continua così l'anno prossimo a Rimini non verrà più nessuno.
E infine: "Rapporto costante e di scambio con i soggetti preposti" . Sarebbe? Vi scambiate lunghe lettere con HERA?
Una cosa è chiara, se mai l’Associazione Basta Merda in Mare dovesse cambiar nome, come richiesto da più parti, non potrebbe che cambiarlo in “Basta fumo negli occhi!”.
Maria Cristina Gattei
Presidente pro-tempore dell’Associazione Basta Merda in Mare