Comunicato sull'indagine della magistratura sulle fogne
Data: Giovedì, 01 settembre @ 10:20:32 CEST

Rimini, 30 agosto 2011

Da un certo punto di vista potremmo anche dire “era ora”, anche se per il risanamento fognario riminese c’è ben altro da fare. Ma meglio tardi che mai. E questa indagine aiuterà tutti a smuoversi, e non possiamo che esserne soddisfatti.

Certo, una cosa abbastanza incredibile che si è perpetuata negli anni è stata la regolare violazione del divieto di balneazione in corrispondenza degli scarichi aperti. Che piaccia o no ai bagnini, se c’è un divieto di balneazione perché la situazione dell’acqua lo impone, quel divieto va segnalato in modo che sia conosciuto da tutti i bagnanti, e soprattutto va fatto rispettare. Mentre da anni continuiamo ad assistere allo spettacolo (da noi più volte fotografato, filmato e mostrato) dei bambini che giocano allegramente nelle acque di scarico in divieto di balneazione, senza che nessuno si prenda la briga di dire nulla.

Quindi, se è vero che la gestione del problema fognario da parte dell’amministrazione riminese negli anni passati è stata discutibile, è altrettanto vero che anche le disposizioni di legge previste a tutela della salute dei bagnanti sono puntualmente disattese da sempre.

E se è questa premura che ha fatto muovere la magistratura, vien da chiedersi perché dal 1995 ad oggi, quando Sergio Giordano denunciò il sindaco Chicchi, nessuno si sia attivato per costringere a segnalare meglio e a far rispettare i divieti in modo credibile. Cosa che oltretutto avrebbe stimolato anche i politici locali a dare finalmente priorità alla soluzione del problema.

Forse l’indagine di oggi segnerà un punto di svolta anche da questo punto si vista, così come accadde 16 anni fa, quando in seguito all’indagine partita con la denuncia di Giordano, furono almeno messi i cartelli di divieto in corrispondenza degli scarichi (quando aperti), prima del tutto assenti.

Quello che purtroppo questa indagine non potrà cancellare è la gestione miope del territorio degli ultimi 20 anni, volta allo sfruttamento a breve, che ha cementificato pesantemente e sovraccaricato al tempo stesso una rete fognaria già traballante, mentre molti tra gli amministratori continuavano a ripetere a papera che il problema era limitato a pochi giorni all’anno.

Però oggi il nuovo piano di Hera, come già abbiamo affermato, sembra impostato sulla strada giusta. Resta da vedere se la nuova amministrazione saprà dare urgente priorità al suo finanziamento. E questa nuova inchiesta giudiziaria ci auguriamo possa servire a dare un utile impulso in tal senso.

Associazione Basta Merda in Mare







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