La Voce di Romagna, 9 maggio 2012
di Simone Mariotti
Anche sul tema della segnalazione dei divieti di balneazione e l’ammissione dei rischi per la salute il Comune di Rimini e l’Ausl sono arrivati là dove Basta Merda in Mare cercava di portarli da anni, e il primo bilancio che si può stilare è quello sul numero di anni andati perduti da quando Sergio Giordano mostrò al neoletto sindaco Ravaioli i bambini che giocavano a fianco dello scarico di piazza Kennedy. Ma nulla da fare. Sino a oggi i divieti di balneazione hanno continuato a essere segnalati con miseri cartelli invisibili, e la stessa Ausl minimizzava il problema.
Neanche un anno fa il dr. Francesco Toni, responsabile del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Rimini dichiarava all’inviato di una tv locale e a La Voce (6 luglio 2011) che non c’erano rischi per la salute: “In oltre 10 anni di esperienza a Rimini, non abbiamo mai riscontrato nel periodo estivo un aumento di patologie gastro-intestinali legate all'ingestione di acqua di mare contaminata. Questo probabilmente è dovuto alle alte capacità di diluizione del mare rispetto ai liquami provenienti da monte, e al fatto che la salinità e lo iodio sono in grado di distruggere eventuali germi in tempi molto rapidi”.
Ma nel 2011 qualcuno ha iniziato a gridare che il re era nudo e le decine di casi segnalati proprio dal luglio scorso a oggi, assieme alla parallela inchiesta della magistratura, devono avergli fatto cambiare idea, visto che durante l’incontro di sabato scorso organizzato dall’amministrazione su questo tema, in cui sono state invitate associazioni, categorie e le istituzioni competenti, il dr.Toni ha chiaramente affermato che fare il bagno successivamente all’apertura degli scarichi, quando vige il divieto di balneazione, è pericoloso.
La nuova amministrazione dimostra anche di essere consapevole che in mare esistono le correnti, cosa evidentemente ignorata in precedenza (stessa maggioranza!), dato che per 15 anni è stato mantenuto il divieto a 50 metri dagli scarichi. Oggi viene portato a 300 su entrambi i lati, con grandi cartelli di segnalazione a inizio, metà, e fine del divieto. Altra musica insomma, bisogna riconoscerlo.
Negli anni passati anche la normativa che regola il sistema dei prelievi da far effettuare ad Arpa, che ora preleva anche sottocosta, era andato nella direzione che da sempre indicava Basta Merda, così come le votazioni del consiglio comunale tra il 2010 e 2011 hanno imposto modifiche strutturali (attenzione: ancora tutte solo sulla carta) tali per cui questo e altri giornali all’indomani dei quei voti titolavano: “sdoganate le battaglie di Basta Merda in Mare”.
Con la nuova, adeguata regolamentazione della segnalazione degli scarichi a mare e dei pericoli in agguato si aggiunge quello che sarebbe stato anche in passato il più semplice e il più economico degli interventi richiesti da sempre.
Tutti questi rimandi al passato non servono per sottolineare glorie e primogeniture (che saranno tali solo quando il problema sarà risolto), ma per sottolineare l’importanza di chi, come Basta Merda e le altre associazioni raccolte nel Forum Ambiente, lavora senza avere interessi di parte, segnalando e proponendo le strade da seguire, strade che se in passato fossero state imboccate prima, oggi probabilmente non saremmo qui a parlarne. Ed è per questo che è opportuno impostare un tavolo di consultazione permanente che si riunisca a scadenze fisse.
Tutto resta ancora da fare, e con tutto parlo degli interventi strutturali che sono stati promessi e che partiranno in settembre, ma nel mio intervento di sabato, caro assessore Visinitin, ho applaudito la vostra ultima iniziativa, con un solo monito: non facciamo le cose a metà, non facciamo partire monco questo nuovo, ottimo sistema di segnalazione, spegnendolo con cartelli di aspetto burocratico.
Gli scarichi a mare sono emergenze rare. Trattiamole come tali, e con i cartelli che avete ideato, ma posizionati in strutture di aspetto eccezionale: snelle, alte, invadenti, ma totalmente removibili passata l’emergenza, di modo che brillino anche per la loro assenza, e non ci si abitui da esse come a una bandierina qualsiasi. Ci sono vincoli da rispettare, certo, che devono essere approvati dalle autorità, ma stiamo parlando di pochi giorni all’anno, di strutture temporanee. E allora faccia una mini rivoluzione, in nome dei bambini, e vada avanti lo stesso. Non credo che lei solleverà questioni se per pochi giorni l’anno, un palo removibile che avvisa i bagnanti di un pericolo in agguato sarà alto qualche spanna in più del previsto.
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