Comunicato di “Basta Merda in Mare” del 1 agosto 2012
Publicato il 2 agosto 2012 su La Voce di Romagna, Corriere Romagna, Nuovo Quotidiano di Rimini
Se piove è inutile mettersi a urlare che piove: è un fatto evidente che non necessita di ulteriori megafoni. Ed oramai altrettanto evidente a tutti è il fatto che quando piove si scarica, ahimè, a mare.
Arrivati quindi a metà stagione, però, constatiamo che, pioggia o non pioggia, le cose giù in spiaggia sono state fatte a metà, ma si fa ancora in tempo a chiudere l’estate con una vera svolta, almeno per non rendere troppo facili le indagini della magistratura.
Faticosamente, molto lentamente e ancora insufficientemente, fatto sta che dei primi passi concreti sono stati compiuti da parte della nuova amministrazione in questa estate riminese, che storicamente è la prima in cui, invece di negare la gravità del problema degli scarichi, Sindaco e compagni hanno inteso tentare di segnalare più chiaramente i divieti di balneazione, ampliando anche le aree interessate.
Però siamo sempre italiani e le cose devono per forza essere fatte sbilenche, e mai una volta che si prenda una decisione forte e si abbia poi il coraggio di farla applicare.
I nuovi cartelli sono presenti, checché se ne dica, ma in diverse location sono stati posizionati in aree non facilmente visibili. Tuttavia, la vera nota dolente riguarda le bandiere. Il protocollo previsto dalla delibera comunale sulla segnalazione dei divieti di balneazione in caso di scarichi a mare prevede anche una coppia di bandiere (rossa e bianca) che devono restare issate e per tutta la durata del divieto sui pennoni da sempre presenti lungo la battigia. Ma come può un bagnante intenderne il significato corretto se la cartellonistica in spiaggia che spiega i codici della bandiere è ancora antiquata, e per la coppia rossa/bianca c’è ancora la spiegazione fuorviante “ salvataggio temporaneamente sospeso”?
Oltretutto segnaliamo che uno dei vecchi segnali posti a fianco dello scarico della fossa Rodella a Rivazzurra è steso a terra dallo scorso marzo e nonostante le ripetute nostre segnalazioni ancora ieri si trovava abbattuto. E’ sbucata poi una nuova fossa non censita tra Rimini e Riccione e da noi segnalata a Hera, e quindi sprovvista delle opportune segnaletiche.
Tutto questo immaginiamo sia di interesse anche per la magistratura, dato che un cittadino ignaro dei pericoli batteriologici in atto, non potrà dirsi certamente tutelato e informato dall’amministrazione dalla segnaletica, nascosta o misteriosa, lungo quei 600 metri (300 a dx e 300 a sx) corrispondenti al pericolo di infezioni presenti presso ogni scarico dopo la pioggia.
Sappiamo che i cambiamenti richiedono sforzi e trovano mille ostacoli e muri di gomma, specialmente in piena stagione, e che vanno metabolizzati. Ma la “memoria fognaria” dei governarti riminesi ha dimostrato in passato di avere delle straordinarie capacità di evaporazione, e dopo una sufficiente, sempre piuttosto breve, successione di giornate di sole, la calura ha sempre fatto il suo sporco lavoro sbiancante: “Fogne? C’è un problema sulle fogne? Dove?”.
Tuttavia, citando al contrario una battuta del vecchio Vujadin Boskov, “Dopo sole … viene sempre pioggia”, ed è da sciocchi, e da futuri inquisiti, illudersi del contrario.
Associazione “Basta Merda in Mare”