Pubblicato su La Voce di Romagna il 23 luglio 2015
Ah dì, se c’han da fare c’han da fare, non si discute. Una brandina di qua, una chiappa al vento da vedere di là, in realtà un po’ di tempo libero magari lo si riuscirebbe a ricavare da quello risparmiato a batter scontrini, ma questa è solo una malignità.
Insomma non si riesce a far un’estate filata senza polemiche ridicole sul tema fogne. E l’ultima messa su dai bagnini, seppure per ripicca per ottenere altro, è veramente da bambinetti capricciosi e petulanti.
Pare che i lorsignori si secchino a tirar su la bandiera biancorossa che in caso di apertura degli scarichi a mare dopo una pioggia avvisa i bagnanti del pericolo e del conseguente divieto temporaneo di balneazione. E non è neanche loro che lo devono fare, ma i bagnini di salvataggio, che son pagati però dai bagnini; e dato che a tirar su la bandierina di pochi grammi per qualche metro lungo l’asta è un’attività che richiede anni di esperienza, allenamento duro in palestra e fisico tonico e pronto al brutale sforzo, i poveri uomini sarebbero costantemente distratti dalla loro fondamentale attività salvavita. Ed ecco allora insorgere la categoria dei bagnini che, ispirata dal leggendario maestro Giovanni Bivona (cercate su YouTube gli spot d’annata), si è messa a gridare compatta: “Noi protestiamo”.
La butto in ridere ma a vedere di che pasta son fatti i nostri operatori balneari vien da mettersi le mani nei capelli. Anche perché son tre anni che i cartelli che spiegano ai bagnanti il significato di quella bandiera attendono di essere aggiornati, e l’ostracismo dei bagnini è tale che ancora, quasi ovunque (il Bagno 23 è uno dei pochi che ha aggiornato la bacheca) ci son quelli di decenni fa in cui ovviamente della nuova bandiera non v’è traccia.
Quindi anche nel caso in cui la bandiere bianca e rossa fosse issata, il 90% dei bagnanti non saprebbe interpretarla. Finirebbero quindi per chiedere al Bagnino, che nella migliore delle ipotesi direbbe loro che è la bandiera che segna l’inizio dell’happy hour!
Siamo alle solite, dunque, polemiche estive da quattro soldi e un modo di fare dei bagnini lamentoso e ostile ai cambiamenti, fedele alla loro pluridecennale missione votata al mantenimento dell’omertà assoluta sul tema fogne (mi scuso da subito con quei pochi, veramente pochi, ma ci sono, che invece han sempre lottato perché le cose si facessero alla luce del sole, e in fretta).
E dire che illustrare per filo e per segno il nostro nuovo sistema di controlli e di segnalazioni sarebbe un vanto da valorizzare, assieme alla prontezza degli interventi e al sito dell’Arpa sempre aggiornato. Mentre in Versilia, o altrove, sono all’anno zero con cartoni scritti col pennarello e piantati in malo modo sulla battigia, come si è visto la scorsa estate. Perché il problema è comune a tutta Italia, si sa, ma solo noi stiamo provando a risolverlo sul serio. E ad informare a dovere i cittadini.
Simone Mariotti
Associazione “Basta Merda in Mare”