Una proposta concreta per sistemare le fogne - mag 06
Data: Martedì, 09 dicembre @ 22:54:16 CET

La Voce di Romagna, 17 maggio 2006

di Simone Mariotti

La settimana scorsa nel mio elenco degli obbrobri cittadini, al primo posto ho indicato ovviamente le fogne. Termine molto fastidioso in generale, lo è soprattutto per la coppia Ravaioli-Melucci, così come lo era per i loro predecessori, tutti gravemente inadempienti da questo punto di vista, nessuno escluso. Tutti, e sottolineo tutti, colpevoli dei disastri come quelli che in questi giorni stanno accadendo nello scolo di piazza Kennedy.
La scusa eterna per non iniziare mai dei lavori elettoralmente non paganti è sempre stata la stessa: costa troppo rifare le fogne, meglio turarsi il naso, e … continuare a costruire case, e ad aprire nuovi scarichi abusivi.
Ecco allora una proposta concreta, che per una volta non parla di tasse con cui vessare i cittadini, ma che li coinvolge in una forma di investimento innovativa e che già è stata sperimentata in altre nazioni.
Si tratta di studiare un'emissione obbligazionaria comunale con un rendimento cedolare minimo molto basso, o meglio nullo, che preveda durata di quindici-venti anni o anche di più, e che alla fine del periodo restituisca oltre al capitale un rendimento il cui valore sarà determinato dallo sviluppo cittadino. Il metro per misurare tale sviluppo dovrà essere studiato in modo tale da rispecchiare l'effettiva crescita economica della città, sia in termini di maggiori redditi dovuti alla migliore qualità urbana, che di minori costi. Le Facoltà di Statistica presenti sul territorio romagnolo potrebbero essere le incaricate di determinare i parametri più adatti allo scopo. E le nostre ottime banche non avranno problemi a creare una struttura obbligazionaria appropriata e saranno anche ottimi collocatori.
Perché uno strumento del genere, legato alle fogne, garantirebbe uno sviluppo ottimale e l'efficienza amministrativa? Per tre fondamentali ragioni.
Primo, l'amministrazione comunale sarebbe costretta a smetterla di sparare numeri a caso perché gonfiando le cifre dello sviluppo dovrebbe poi anche gonfiare l'ammontare delle cedole da pagare ai sottoscrittori. Per il motivo inverso non potrebbe neanche incassare il denaro e spenderlo in modo inappropriato perché almeno uno degli indicatori statistici dovrebbero essere studiato per misurare effettivamente lo stato della rete fognaria ed il suo potenziamento. Un certificatore indipendente dovrebbe essere il garante.
Non si potrebbero neanche sviluppare le solite tentazioni da scaricabarile (cosa in cui eccellono i politici italiani) in caso di cambio di maggioranza politica nel corso della durata del bond: basterà rilevare i valori dei parametri al cambio di governo.
Il secondo motivo di interesse è che le fogne sono il pilastro fondamentale di tutta la struttura di una città (pardon, di una città correttamente amministrata), e da esse dovrebbero dipendere le altre scelte urbanistiche. Controllare il sistema fognario affinché non diventi insufficiente ed inizi a collassate sull'ambiente significa infatti controllare che quello che viene fatto "sopra" sia sostenibile e cioè, che il numero di edifici non sia eccessivo, e che quindi ci siano strade meno affollate, e più spazio per il verde. E questo migliorerebbe la qualità della viabilità, dell'aria, e del mare che non sarebbe coperto di merda ad ogni pioggia. Insomma le fogne sono la priorità numero uno, soprattutto in una città turistica.
Terzo aspetto. Chi dovrà sottoscrivere questi bond? Le prime categorie da cui andrei sono tutte quelle legate al turismo, in particolare albergatori, bagnini e chioschisti, ristoratori. Ma anche gli industriali e i professionisti.
Perché gli aderenti a queste categorie, i cui portafogli personali sono assai rigonfi, non dovrebbero volerne sottoscrivere almeno 50.000€ per ciascuno? Non è una tassa, ma un investimento, come lo è comperare un BTP. Non solo, ma il rendimento finale sarà doppio per loro perché, oltre a quello diretto del bond, saranno i primi a ricevere in termini economici i benefici della miglior qualità cittadina. E questo stimolerà tutti a rimboccarsi le maniche per dare il meglio.
Qual è il rischio? Quello che lo sviluppo non ci sia e che l'amministrazione comunale sperperi i denari a casaccio e fallisca. A parte il fatto che la città è strapiena di gente che ha voglia lei stessa di sperperare denari in quantità nelle imprese più disparate ed enormemente più rischiose di questa (ma di ciò ne parleremo in altra occasione), una sostanziale differenza caratterizza un'emissione del genere: l'operato del nostro comune sarebbe sotto gli occhi di tutti, e secondo me sarebbe un modo per far le pulci all'amministrazione un po' su tutto e vigilare interessati sulla solidità patrimoniale della città.
Poi ovviamente ci potrebbero essere anche tagli molto più piccoli da due o tremila euro, per convogliare una piccola parte del risparmio di quella grande porzione di cittadini non benestanti, ma disposti ad investire nella loro città, garantiti dal fatto che prima di loro gli stessi identici titoli dovrebbero essere stati acquistati dai più diretti interessati.
I titoli poi non dovrebbero essere sottoscritti tutti in una volta, ma emessi in tranche quinquennali per finanziare progressivamente l'avanzamento dei lavori. L'investimento individuale quindi sarebbe inizialmente ancora più contenuto.
Ad occhio e croce, suddivisi in tre o quattro tranche, si potrebbero raccogliere duecento milioni di euro, più che sufficienti per risolvere le maggiori criticità e creare i presupposti per una più agevole soluzione di lungo periodo di un problema che da 40 anni affligge la nostra città.









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