La Voce di Romagna, 17 maggio 2006
di Simone Mariotti
La settimana scorsa nel mio elenco degli obbrobri cittadini,
al primo posto ho indicato ovviamente le fogne. Termine molto fastidioso in
generale, lo è soprattutto per la coppia Ravaioli-Melucci, così
come lo era per i loro predecessori, tutti gravemente inadempienti da questo
punto di vista, nessuno escluso. Tutti, e sottolineo tutti, colpevoli dei disastri
come quelli che in questi giorni stanno accadendo nello scolo di piazza Kennedy.
La scusa eterna per non iniziare mai dei lavori elettoralmente non paganti è
sempre stata la stessa: costa troppo rifare le fogne, meglio turarsi il naso,
e … continuare a costruire case, e ad aprire nuovi scarichi abusivi.
Ecco allora una proposta concreta, che per una volta non parla di tasse con
cui vessare i cittadini, ma che li coinvolge in una forma di investimento innovativa
e che già è stata sperimentata in altre nazioni.
Si tratta di studiare un'emissione obbligazionaria comunale con un rendimento
cedolare minimo molto basso, o meglio nullo, che preveda durata di quindici-venti
anni o anche di più, e che alla fine del periodo restituisca oltre al
capitale un rendimento il cui valore sarà determinato dallo sviluppo
cittadino. Il metro per misurare tale sviluppo dovrà essere studiato
in modo tale da rispecchiare l'effettiva crescita economica della città,
sia in termini di maggiori redditi dovuti alla migliore qualità urbana,
che di minori costi. Le Facoltà di Statistica presenti sul territorio
romagnolo potrebbero essere le incaricate di determinare i parametri più
adatti allo scopo. E le nostre ottime banche non avranno problemi a creare una
struttura obbligazionaria appropriata e saranno anche ottimi collocatori.
Perché uno strumento del genere, legato alle fogne, garantirebbe uno
sviluppo ottimale e l'efficienza amministrativa? Per tre fondamentali ragioni.
Primo, l'amministrazione comunale sarebbe costretta a smetterla di sparare numeri
a caso perché gonfiando le cifre dello sviluppo dovrebbe poi anche gonfiare
l'ammontare delle cedole da pagare ai sottoscrittori. Per il motivo inverso
non potrebbe neanche incassare il denaro e spenderlo in modo inappropriato perché
almeno uno degli indicatori statistici dovrebbero essere studiato per misurare
effettivamente lo stato della rete fognaria ed il suo potenziamento. Un certificatore
indipendente dovrebbe essere il garante.
Non si potrebbero neanche sviluppare le solite tentazioni da scaricabarile (cosa
in cui eccellono i politici italiani) in caso di cambio di maggioranza politica
nel corso della durata del bond: basterà rilevare i valori dei parametri
al cambio di governo.
Il secondo motivo di interesse è che le fogne sono il pilastro fondamentale
di tutta la struttura di una città (pardon, di una città correttamente
amministrata), e da esse dovrebbero dipendere le altre scelte urbanistiche.
Controllare il sistema fognario affinché non diventi insufficiente ed
inizi a collassate sull'ambiente significa infatti controllare che quello che
viene fatto "sopra" sia sostenibile e cioè, che il numero di
edifici non sia eccessivo, e che quindi ci siano strade meno affollate, e più
spazio per il verde. E questo migliorerebbe la qualità della viabilità,
dell'aria, e del mare che non sarebbe coperto di merda ad ogni pioggia. Insomma
le fogne sono la priorità numero uno, soprattutto in una città
turistica.
Terzo aspetto. Chi dovrà sottoscrivere questi bond? Le prime categorie
da cui andrei sono tutte quelle legate al turismo, in particolare albergatori,
bagnini e chioschisti, ristoratori. Ma anche gli industriali e i professionisti.
Perché gli aderenti a queste categorie, i cui portafogli personali sono
assai rigonfi, non dovrebbero volerne sottoscrivere almeno 50.000€ per
ciascuno? Non è una tassa, ma un investimento, come lo è comperare
un BTP. Non solo, ma il rendimento finale sarà doppio per loro perché,
oltre a quello diretto del bond, saranno i primi a ricevere in termini economici
i benefici della miglior qualità cittadina. E questo stimolerà
tutti a rimboccarsi le maniche per dare il meglio.
Qual è il rischio? Quello che lo sviluppo non ci sia e che l'amministrazione
comunale sperperi i denari a casaccio e fallisca. A parte il fatto che la città
è strapiena di gente che ha voglia lei stessa di sperperare denari in
quantità nelle imprese più disparate ed enormemente più
rischiose di questa (ma di ciò ne parleremo in altra occasione), una
sostanziale differenza caratterizza un'emissione del genere: l'operato del nostro
comune sarebbe sotto gli occhi di tutti, e secondo me sarebbe un modo per far
le pulci all'amministrazione un po' su tutto e vigilare interessati sulla solidità
patrimoniale della città.
Poi ovviamente ci potrebbero essere anche tagli molto più piccoli da
due o tremila euro, per convogliare una piccola parte del risparmio di quella
grande porzione di cittadini non benestanti, ma disposti ad investire nella
loro città, garantiti dal fatto che prima di loro gli stessi identici
titoli dovrebbero essere stati acquistati dai più diretti interessati.
I titoli poi non dovrebbero essere sottoscritti tutti in una volta, ma emessi
in tranche quinquennali per finanziare progressivamente l'avanzamento dei lavori.
L'investimento individuale quindi sarebbe inizialmente ancora più contenuto.
Ad occhio e croce, suddivisi in tre o quattro tranche, si potrebbero raccogliere
duecento milioni di euro, più che sufficienti per risolvere le maggiori
criticità e creare i presupposti per una più agevole soluzione
di lungo periodo di un problema che da 40 anni affligge la nostra città.