Il comune ci dica quanto ha speso nelle vasche e perché non funzionano - set 06
Data: Mercoledì, 10 dicembre @ 14:44:56 CET
"Comune di Rimini. Scaricatore di Piena (Flood unloader). Divieto temporaneo di Balneazione fino a 50 m". Questo è lo striminzito (20x40cm circa) cartello-rebus che il comune appone nei giorni come ieri. Alzi la mano chi sa che "scaricatore di piena", tradotto pure in inglese (che gentili!) significa "attenzione merda in mare"!
Ma questa volta non si è salvato nessuno. Poche gocce nella notte tra martedì e mercoledì hanno fatto sì che un mare di liquame venisse scaricato sulla spiaggia, liquame che la forte corrente della mattina ha spalmato praticamente su tutti i bagnini.
Ancora alle 11,30 del mattino i preservativi e i cotton fioc erano visibili lungo il tratto di costa che da Piazza Kenendy (bagni 26-30) si spinge sin oltre il bagno 45. Stessa scena nei pressi dello scarico in zona piazza Pascoli (66a). L'odore di liquame e di piscio era fortissimo mentre i bambini, richiamati in spiaggia dal sole, giocavano sulla battigia. E la puzza e lo sporco arrivavano quasi allo scarico successivo, verso Bellariva, aperto anch'esso, dove addirittura i cartelli di divieto di balneazione erano stati girati in modo che non potessero essere letti dai bagnanti. Vergogna! Merda abbondante pure allo scarico nei pressi del bagno 128, quello di proprietà di Nanni, presidente della cooperativa bagnini.
In quasi tutte queste aree sono presenti le famigerate vasche di prima pioggia. A questo punto il Comune ed Hera ci devono dire subito quanti soldi pubblici sono stati buttati a mare in anni di lavori inutili per costruire delle vasche che non servono neanche in caso di pioggia leggera. E quanto denaro pubblico viene speso ad ogni scarico tra sanzioni ambientali e versamenti ad Hera per la pulizia. L'emergenza sanitaria è sempre più grave e gli unici lavori necessari, quelli di sdoppiamento della rete, non sono neanche partiti.

Maria Cristina Gattei
Vice Presidente Associazione "Basta Merda in Mare"







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