Scarichi a mare irreversibili - nov 06
Data: Mercoledì, 10 dicembre @ 15:02:38 CET

La Voce di Romagna, 13 novembre 2006

di Giuliano Bonizzato

"Irreversibile".
La parola è galleggiata per un istante sulle teste degli ambientalisti intervenuti al convegno "Scarichi a mare e qualità delle acque di balneazione" organizzato dall'Associazione Culturale La Cosa Giusta) prima di affondare, infuocata, nei loro cervelli.
A pronunciare la parola fatale, è stato il nuovo Direttore dell'Hera Ingegner Minarelli, per il quale i quattrocentotrentasei chilometri di fognatura mista (acque bianche e acque nere confluenti in un'unica condotta) che si intrecciano nel sottosuolo riminese, rappresentano una realtà non più modificabile .La scelta sciagurata dei nostri Amministratori che dal dopoguerra in poi, hanno snobbato quelle doppie condutture che oggi tutti auspicano, ricadrà dunque sulle teste dei nostri figli, nipoti e pronipoti. Una maledizione biblica che ci condannerà per sempre ad aver la cacca in mare e talvolta anche spalmata sul bagnasciuga, allorchè, in seguito a piogge di una certa intensità, il limite di sollevamento delle centrali di depurazione verrà superato, determinando l'apertura automatica degli sfioratori di piena e il conseguente scarico a mare delle acque di fogna.
Mentre Ivan Innocenti, presidente dell'Associazione "Basta Merda in Mare" impallidiva a vista d'occhio, e il folto pubblico convenuto iniziava a rumoreggiare, l'assessore all'Ambiente Andrea Zanzini ha cercato di metterci una pezza , verde come la speranza, informandoci che, comunque, l' irreversibile realtà sarà virilmente contrastata da vasche , vaschette, griglie e grigliate di prima e seconda pioggia, da bacini, bacinetti e bacinelle di fitodepurazione a base di piante palustri, da depuratori di terza o quarta generazione in grado di rubare qualche ettolitro in più dalla fiumana bianconera, e da motori e motorini immobiliari che si preoccuperanno finalmente anche di ciò che, stando sotto, non si vede …
Morale. Le nostre fognature sono come il debito pubblico degli Italiani. Ci sono e dobbiamo tenercele, consolandoci con qualche modesto palliativo.
E che ci dite-ha chiesto a questo punto un kamikaze- della simil-cacca algale che, attribuita per decenni al Po, si è poi scoperto (guarda un po') provenire esclusivamente dai nostri depuratori attraverso lo scarico giornaliero di centomila metri cubi di acqua ricchissima di fosfati e nitrati? Che ci dite di quella melma rossa, nera o gialla a seconda della prevalenza delle diverse specie di microflora (per fortuna non ancora tossica) che infesta i nostri bassi fondali facendo scappare i turisti, quando il mare è particolarmente calmo e caldo? Perché, durante i mesi estivi, non si provvede finalmente a deviare le acque del depuratore verso i campi assetati del nostro entroterra, come suggerito da tutti gli agronomi, previsto da uno studio dell'Idroser, auspicato dal Prof. Piccinetti Direttore dell'Istituto di Microbiologia di Fano e da uno stuolo agguerrito di Docenti Universitari, restituendo in tal modo al mare non solo la sua trasparenza e il suo colore naturale, ma anche la fauna meravigliosa, soffocata dallo strato d'acqua dolce che impedisce il naturale ricambio dell'ossigeno? Chi ha messo in giro la balla della "patogenicità" dei reflui? Non ci avete detto che sono già disponibili centotrentadue milioni di euro, destinati al risanamento delle acque di balneazione?
Risposta: Anche in questo caso non se ne farà nulla. Il mare continuerà ad accogliere, nei suoi bassi fondali (che bassi purtroppo restano, anche a sei chilometri dalla costa), sia gli escrementi naturali scaricati dagli sfioratori di piena che il piscione divoratore d'ossigeno, vero fiume in piena scaricato dai depuratori. Arpa, Hera, Comune: tutti d'accordo.Gli ambientalisti, sotto shock, hanno cominciato a sfollare. Qualcuno ha cominciato a tirare giù tutti i bambini e per sua fortuna il Sindaco, assente nonostante la prestata disponibilità, non se li è visti piovere addosso. Il kamikaze poteva risparmiarsi la domanda. Ingenuo! Per irrigare le nostre culture c'è sempre il Canale Emiliano Romagnolo, ma che dico Canale, una Via Lattea, una nebulosa, con le sue brave stelle stelline, pianeti, pianetoidi e satelliti. Ma come? Cosa avrebbero combattuto a fare gli Astronauti di questa Galassia per portare faticosamente sin qui l'acqua deliziosa del Po, scoprendo che quella del nostro depuratore può svolgere lo stesso servizio, salvando per di più mare e turismo? Da parte mia una idea me la sono fatta: quella che è giunto il momento di arrabbiarsi veramente.
Anche a nome dei cavallucci marini assassinati.







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