La Voce di Romagna, 13 novembre 2006
di Giuliano Bonizzato
"Irreversibile".
La parola è galleggiata per un istante sulle teste degli ambientalisti
intervenuti al convegno "Scarichi a mare e qualità delle acque di
balneazione" organizzato dall'Associazione Culturale La Cosa Giusta) prima
di affondare, infuocata, nei loro cervelli.
A pronunciare la parola fatale, è stato il nuovo Direttore dell'Hera
Ingegner Minarelli, per il quale i quattrocentotrentasei chilometri di fognatura
mista (acque bianche e acque nere confluenti in un'unica condotta) che si intrecciano
nel sottosuolo riminese, rappresentano una realtà non più modificabile
.La scelta sciagurata dei nostri Amministratori che dal dopoguerra in poi, hanno
snobbato quelle doppie condutture che oggi tutti auspicano, ricadrà dunque
sulle teste dei nostri figli, nipoti e pronipoti. Una maledizione biblica che
ci condannerà per sempre ad aver la cacca in mare e talvolta anche spalmata
sul bagnasciuga, allorchè, in seguito a piogge di una certa intensità,
il limite di sollevamento delle centrali di depurazione verrà superato,
determinando l'apertura automatica degli sfioratori di piena e il conseguente
scarico a mare delle acque di fogna.
Mentre Ivan Innocenti, presidente dell'Associazione "Basta Merda in Mare"
impallidiva a vista d'occhio, e il folto pubblico convenuto iniziava a rumoreggiare,
l'assessore all'Ambiente Andrea Zanzini ha cercato di metterci una pezza , verde
come la speranza, informandoci che, comunque, l' irreversibile realtà
sarà virilmente contrastata da vasche , vaschette, griglie e grigliate
di prima e seconda pioggia, da bacini, bacinetti e bacinelle di fitodepurazione
a base di piante palustri, da depuratori di terza o quarta generazione in grado
di rubare qualche ettolitro in più dalla fiumana bianconera, e da motori
e motorini immobiliari che si preoccuperanno finalmente anche di ciò
che, stando sotto, non si vede …
Morale. Le nostre fognature sono come il debito pubblico degli Italiani. Ci
sono e dobbiamo tenercele, consolandoci con qualche modesto palliativo.
E che ci dite-ha chiesto a questo punto un kamikaze- della simil-cacca algale
che, attribuita per decenni al Po, si è poi scoperto (guarda un po')
provenire esclusivamente dai nostri depuratori attraverso lo scarico giornaliero
di centomila metri cubi di acqua ricchissima di fosfati e nitrati? Che ci dite
di quella melma rossa, nera o gialla a seconda della prevalenza delle diverse
specie di microflora (per fortuna non ancora tossica) che infesta i nostri bassi
fondali facendo scappare i turisti, quando il mare è particolarmente
calmo e caldo? Perché, durante i mesi estivi, non si provvede finalmente
a deviare le acque del depuratore verso i campi assetati del nostro entroterra,
come suggerito da tutti gli agronomi, previsto da uno studio dell'Idroser, auspicato
dal Prof. Piccinetti Direttore dell'Istituto di Microbiologia di Fano e da uno
stuolo agguerrito di Docenti Universitari, restituendo in tal modo al mare non
solo la sua trasparenza e il suo colore naturale, ma anche la fauna meravigliosa,
soffocata dallo strato d'acqua dolce che impedisce il naturale ricambio dell'ossigeno?
Chi ha messo in giro la balla della "patogenicità" dei reflui?
Non ci avete detto che sono già disponibili centotrentadue milioni di
euro, destinati al risanamento delle acque di balneazione?
Risposta: Anche in questo caso non se ne farà nulla. Il mare continuerà
ad accogliere, nei suoi bassi fondali (che bassi purtroppo restano, anche a
sei chilometri dalla costa), sia gli escrementi naturali scaricati dagli sfioratori
di piena che il piscione divoratore d'ossigeno, vero fiume in piena scaricato
dai depuratori. Arpa, Hera, Comune: tutti d'accordo.Gli ambientalisti, sotto
shock, hanno cominciato a sfollare. Qualcuno ha cominciato a tirare giù
tutti i bambini e per sua fortuna il Sindaco, assente nonostante la prestata
disponibilità, non se li è visti piovere addosso. Il kamikaze
poteva risparmiarsi la domanda. Ingenuo! Per irrigare le nostre culture c'è
sempre il Canale Emiliano Romagnolo, ma che dico Canale, una Via Lattea, una
nebulosa, con le sue brave stelle stelline, pianeti, pianetoidi e satelliti.
Ma come? Cosa avrebbero combattuto a fare gli Astronauti di questa Galassia
per portare faticosamente sin qui l'acqua deliziosa del Po, scoprendo che quella
del nostro depuratore può svolgere lo stesso servizio, salvando per di
più mare e turismo? Da parte mia una idea me la sono fatta: quella che
è giunto il momento di arrabbiarsi veramente.
Anche a nome dei cavallucci marini assassinati.