Relazione incontro pubblico sul Marecchia - apr 07
Data: Mercoledì, 10 dicembre @ 15:20:13 CET


Sintesi intervento del 27 Aprile 2007 Incontro pubblico sul tema NUOVE SCELTE PER LA TUTELA E IL RISANAMENTO DEL MARECCHIA

Sul territorio della provincia riminese si stanno effettuando diversi investimenti e scelte industriali da parte di enti e multiutility. Queste scelte sono criticabili da diversi punti di vista.
Il canale Emiliano Romagnolo nelle intenzioni dei progettisti ha lo scopo di portare l'acqua del fiume Po fino alla nostra provincia. L'investimento costerà 90 milioni di euro. La struttura sarà un'altra autostrada di cemento con il compito di trasportare l'acqua del Po, una ulteriore infrastruttura che dividerà il nostro territorio e che dividerà più che unire.
Anche l'obiettivo che si propone rischia di essere mancato. Infatti è ormai cronica la carenza idrica del fiume Po nei mesi in cui invece è più necessaria rendendo pertanto l'infrastruttura inutile, o al più utile per portare via l'eventuale acqua disponibile sul nostro territorio.
Si deve inoltre sottolineare come nei mesi estivi il depuratore riminese produce fino a 300 mila metri cubi di reflui al giorno. Reflui che opportunamente trattati potrebbero essere riutilizzati per scopi agricoli e industriali. Invece scaricati nell'asta terminale del fiume Marecchia diventano dannosi per l'ambiente e inquinanti per il nostro mare danneggiando la nostra economia turistica.
Questo inciso per segnalare come il nostro territorio non abbia bisogno di investimenti in canali e pompe per portare acqua che non c'è, ma che invece ha bisogno di investimenti per utilizzare le abbondati risorse idriche disponibili e gratuite che vengono attualmente dilapidate e che risultano inquinanti.
Un altro progetto territoriale e quello di concentrare tutti i reflui della valle del Marecchia e della provincia nord di Rimini al depuratore di santa Giustina. Questo progetto oltre a essere molto costoso porterà un peggioramento nella gestione delle criticità della rete e arricchirà i venditori di tubi e pompe. Decidere di non utilizzare i depuratori presenti sul territorio (Cerasolo, Novafeltria, Bellaria-Igea Marina e altri) oltre a gravare con un grande impianto industriale solo sulla realtà costiera riminese sarà anche causa di sperpero infrastrutture esistente che è in grado di funzionare con ridotti investimenti e che permetterebbe una maggiore compatibilità ambientale delle attività di depurazione.
Per quanto riguarda la valle del Marecchia questi impianti diffusi sono ancora più auspicabili. Infatti la gestione dei depuratori permetterebbe di alimentare l'alveo del fiume anche in periodi di siccità permettendo quel flusso minimo vitale che è previsto anche dalla legge. Inoltre gli scarichi effettuati lontani dalla costa permetterebbe il rinaturalizzarsi delle acque e il rifornimento delle falde. Un sistema così articolato di impianto consentirebbe inoltre la possibilità di distribuire le emergenza su altri impianti nel caso di guasti o malfunzionamenti.
Cosa importante per poter fare funzionare correttamente gli impianti di depurazione è la realizzazione di una rete fognaria separata che permetta di avere una qualità costante dei liquami portati ai depuratori in modo da avere un trattamento adeguato e reflui di qualità per il riutilizzo.
Inoltre una rete fognaria mista è causa di frequenti episodi di sversamenti incontrollati di liquami fognari nell'ambiente con relativo inquinamento e emergenza sanitaria.
Queste brevi considerazioni per sottolineare come deve esse rivista e riconsiderata la direzione degli investimenti infrastrutturali e industriali da effettuare su nostro territorio e il relativo reindirizzo dei finanziamenti in direzioni che abbiano lo scopo di valorizza le nostre specificità e risorse.
Capiamo come queste considerazioni siano loro stesse una denuncia dell'inadeguatezza della classe politica, amministrativa e tecnica che si occupa degli investimenti sul nostro territorio e che li ha governati fino alla situazione attuale di criticità e sperpero. Pertanto nostro compito e obbiettivo, oltre ad essere quello di cercare il dialogo e creare una diversa coscienza in chi ci amministra e governa, dovrà essere anche quella di sostituire la classe dirigenza attuale e di formare, selezionare e promuovere dirigenti, tecnici e amministratori più preparate alle sfide dei prossimo immediato futuro e in grado di cogliere le occasioni per un diverso sviluppo e utilizzo delle nostre risorse, opportunità e creatività.

Ivan Innocenti






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