Sintesi intervento del 27 Aprile 2007 Incontro pubblico sul tema NUOVE
SCELTE PER LA TUTELA E IL RISANAMENTO DEL MARECCHIA
Sul territorio della provincia riminese si stanno effettuando diversi investimenti
e scelte industriali da parte di enti e multiutility. Queste scelte sono criticabili
da diversi punti di vista.
Il canale Emiliano Romagnolo nelle intenzioni dei progettisti ha lo scopo di
portare l'acqua del fiume Po fino alla nostra provincia. L'investimento costerà
90 milioni di euro. La struttura sarà un'altra autostrada di cemento
con il compito di trasportare l'acqua del Po, una ulteriore infrastruttura che
dividerà il nostro territorio e che dividerà più che unire.
Anche l'obiettivo che si propone rischia di essere mancato. Infatti è
ormai cronica la carenza idrica del fiume Po nei mesi in cui invece è
più necessaria rendendo pertanto l'infrastruttura inutile, o al più
utile per portare via l'eventuale acqua disponibile sul nostro territorio.
Si deve inoltre sottolineare come nei mesi estivi il depuratore riminese produce
fino a 300 mila metri cubi di reflui al giorno. Reflui che opportunamente trattati
potrebbero essere riutilizzati per scopi agricoli e industriali. Invece scaricati
nell'asta terminale del fiume Marecchia diventano dannosi per l'ambiente e inquinanti
per il nostro mare danneggiando la nostra economia turistica.
Questo inciso per segnalare come il nostro territorio non abbia bisogno di investimenti
in canali e pompe per portare acqua che non c'è, ma che invece ha bisogno
di investimenti per utilizzare le abbondati risorse idriche disponibili e gratuite
che vengono attualmente dilapidate e che risultano inquinanti.
Un altro progetto territoriale e quello di concentrare tutti i reflui della
valle del Marecchia e della provincia nord di Rimini al depuratore di santa
Giustina. Questo progetto oltre a essere molto costoso porterà un peggioramento
nella gestione delle criticità della rete e arricchirà i venditori
di tubi e pompe. Decidere di non utilizzare i depuratori presenti sul territorio
(Cerasolo, Novafeltria, Bellaria-Igea Marina e altri) oltre a gravare con un
grande impianto industriale solo sulla realtà costiera riminese sarà
anche causa di sperpero infrastrutture esistente che è in grado di funzionare
con ridotti investimenti e che permetterebbe una maggiore compatibilità
ambientale delle attività di depurazione.
Per quanto riguarda la valle del Marecchia questi impianti diffusi sono ancora
più auspicabili. Infatti la gestione dei depuratori permetterebbe di
alimentare l'alveo del fiume anche in periodi di siccità permettendo
quel flusso minimo vitale che è previsto anche dalla legge. Inoltre gli
scarichi effettuati lontani dalla costa permetterebbe il rinaturalizzarsi delle
acque e il rifornimento delle falde. Un sistema così articolato di impianto
consentirebbe inoltre la possibilità di distribuire le emergenza su altri
impianti nel caso di guasti o malfunzionamenti.
Cosa importante per poter fare funzionare correttamente gli impianti di depurazione
è la realizzazione di una rete fognaria separata che permetta di avere
una qualità costante dei liquami portati ai depuratori in modo da avere
un trattamento adeguato e reflui di qualità per il riutilizzo.
Inoltre una rete fognaria mista è causa di frequenti episodi di sversamenti
incontrollati di liquami fognari nell'ambiente con relativo inquinamento e emergenza
sanitaria.
Queste brevi considerazioni per sottolineare come deve esse rivista e riconsiderata
la direzione degli investimenti infrastrutturali e industriali da effettuare
su nostro territorio e il relativo reindirizzo dei finanziamenti in direzioni
che abbiano lo scopo di valorizza le nostre specificità e risorse.
Capiamo come queste considerazioni siano loro stesse una denuncia dell'inadeguatezza
della classe politica, amministrativa e tecnica che si occupa degli investimenti
sul nostro territorio e che li ha governati fino alla situazione attuale di
criticità e sperpero. Pertanto nostro compito e obbiettivo, oltre ad
essere quello di cercare il dialogo e creare una diversa coscienza in chi ci
amministra e governa, dovrà essere anche quella di sostituire la classe
dirigenza attuale e di formare, selezionare e promuovere dirigenti, tecnici
e amministratori più preparate alle sfide dei prossimo immediato futuro
e in grado di cogliere le occasioni per un diverso sviluppo e utilizzo delle
nostre risorse, opportunità e creatività.
Ivan Innocenti