Lunedì 20 Agosto 2007
Con altri amici, ingegneri e agronomi, ho avuto l'occasione
di visitare vicino ai nostri territori provinciali un caso molto interessante
di sperimentazione che sembra ottenere ottimi risultati.
Si tratta dell' Azienda Sperimentale MARANI controllata dalla Regione Emilia
Romagna.
Il progetto in questione è denominato I.S.A. "Intervento sperimentale
per la depurazione e il riuso delle acque reflue del depuratore della città
di Ravenna per la salvaguardia delle zone umide (Piallassa) del Parco del Delta
del Po". E' cofinanziato dalla Unione Europea e dalla Provincia di Ravenna.
Ne gruppo di lavoro è presente anche Hera Ravenna.
Siamo stati accolti dal direttore Dal Re che ci ha illustrato il progetto.
Nello specifico si tratta di due ettari e mezzo di terreno agricolo irrigato
con acque di scarico del depuratore di Ravenna e coltivato con diverse colture
idroesigenti e in grado di produrre reddito. Un impianto di questo tipo è
adatto ad una popolazione equivalente di quattromila abitanti.
I risultati di questo impianto pilota sono:
- quello di ridurre il volume delle acque di scarico del 75%;
- di abbattere i valori dell'azoto nel rimanente volume d'acqua;
- trasformare i reflui in acque che possono essere utilizzate per l'irrigazione;
- con questo metodo inoltre si evita la penetrazione delle acque reflue del
depuratore nelle falde, che nella zona sono superficiali.
Dal punto di vista del trattamento delle acque reflue e della depurazione e
salvaguardia dell'ambiente, il risultato sembra essere eccezionale.
Infatti l'abbattimento dell'azoto disciolto nei reflui e il suo riutilizzo:
- evita la "concimazione" del nostro mare che causa il problema della
fioritura delle alghe;
- evita lo scarico in mare in tempo di secco delle acque dolci che causa il
fenomeno della stratificazione e contribuisce alla anossia delle nostre acque
marine;
- permette la possibilità di utilizzare le acqua evitando lo scarico
nell'ambiente;
- evita l'ulteriore concimazione dei terreni.
- aumenta fino al 50% il rendimento dei terreni agricoli.
Per il nostro ambiente provinciale e costiero studiare ed adottare
soluzioni del genere sarebbe di grande impatto positivo sotto molti aspetti:
- l'innegabile vantaggio per gli agricoltori;
- l'aumento di zone umide con presenza di flora e fauna;
- la salvaguardia delle acque marine e di balneazione con benefici sia ambientali
che economici;
- un sistema tampone che mitiga e interviene in caso di malfunzionamento del
depuratore e conseguenti scarichi fuori parametro di legge.
Di grande rilevanza sarebbe poi il potersi pregiare, come territorio,
di questa capacità di realizzare strutture che sono rispettose dell'ambiente
e che hanno come primo obbiettivo la salvaguardia del mare. Presentando così
ai turisti nostri ospiti un valore aggiunto a cui sempre più si pone
attenzione nelle scelte delle mete delle nostre vacanze.
Questa visione del territorio riminese e delle sue risorse da parte della nostra
classe politica, tecnica e imprenditoriale è ancora assente e presente
solo in qualche eccellente individualità. Vedere come territori confinanti
al nostro, con un interesse turistico limitato, si occupino di trovare soluzioni
diverse e integrate per salvaguardare le proprie risorse ambientali marine e
lacustri ricercando tecniche alternative, evidenzia quanta arretratezza culturale
su questi temi caratterizza il territorio riminese.
L'occasione dell'incontro con i cittadini che ha promosso Hera sul tema "ISTITUZIONI,
QUESTIONE IDRICA E CAMBIAMENTO CLIMATICO" per il giorno 29 Agosto 2007
spero sia momento di presentazione di soluzioni innovative, già fattibili,
e non la sola presentazione di progetti vecchi di 30 anni o che non tengono
conto delle necessità di sostenibilità e recupero del nostro territorio
disattendendo quelle innovazioni che meglio potrebbero valorizzare le risorse
già presenti.
Ivan Innocenti
Associazione Basta Merda in Mare.