L'ambientalista non ha paura del futuro - ott 07
Data: Mercoledì, 10 dicembre @ 16:21:34 CET

La Voce di Romagna, 17 ottobre 2007

di Simone Mariotti

Io sono un ambientalista. Uno che ama stare in mezzo alle cose vive, ed anche una città piena di cemento può rientrare in questa categoria. Rimini è un città che non è ambientalista, ma nella quale è stimolante essere ambientalisti.
Il bello di essere tali è che nessuno ha ancora codificato cosa voglia dire esserlo sino in fondo. Addirittura, in un mio vecchio Zingarelli di 25 anni fa la voce "ambientalista" non era proprio presente. Allora si può approfittare per riempire un po' il vuoto, in stile Wikipedia, l'enciclopedia virtuale dove ognuno dà il suo contributo al sapere.
Ambientalismo è fiducia.
Anche se molti (non ambientalisti) credono sia vero il contrario, se hai paura del futuro allora non sei certamente un ambientalista, e non sei quindi spinto a comportarti come tale. Se temi il futuro vuoi vivere al massimo oggi, non vuoi porti troppe questioni fastidiose sulla sostenibilità delle azioni umane, e certamente tendi a prendere per buone (e forse buone lo sono davvero, non sono qui a negarlo) le 10 teorie su 10.000 che dicono che l'uomo può fare quello che vuole tanto non è lui che decide le sorti del pianeta. Ma la motivazione di fondo resta: fifa uguale non ambientalismo indotto.
Ambientalismo è cultura.
Ridurre culturalmente il consumo di carne sarebbe più utile di tante ridicole piste ciclabili o di tante baggianate proposte dai Verdi (una piaga per l'ambientalismo), e riutilizzare le acque reflue dei depuratori è più utile che costruire canali mangiasoldi per spostare l'acqua del Po. E dare il Nobel par la pace ad un ambientalista è una scelta saggia, e di grande cultura. Sulla persona di Al Gore non esprimo un giudizio, perché non ho sufficienti elementi per farlo. Ma la cosa eccellente è che ancora una volta (era successo anche tre anni fa) il premio per la pace è andato a chi solleva questioni legate all'ambiente. Forse, a prima vista, si potrebbero individuare questioni più impellenti legate alla pace. Ma chi lo pensa, in fondo, forse non è un ambientalista o è un ambientalista molto vecchio. Perchè tutte le più grandi minacce che incombono sulla pace globale sono legate all'ambiente e alle sue mutazioni. Mutazioni che, siano o no dovute all'uomo (non è questo il problema, ed è qui che il non ambientalista sbaglia), ci sono, e ci saranno, e rischiano di provocare migrazioni disastrose, guerre di accaparramento, estinzioni e cancellazioni di specie. Tutte cose sempre avvenute negli ultimi milioni di anni, con la differenza lieve che oggi ci sono più di sei miliardi (domani 9) di persone che si spartiscono questo orticello.
Ecco cosa vuol anche dire essere ambientalista. Avere voglia di futuro, e avere voglia di fare qualcosa prima che un branco di fifoni distruggano la possibilità di migliorare il mondo senza pensarci troppo. Se poi essere ambientalista non servirà, pazienza, non è che costi questa gran fatica. Ma provarci è bello, come scrivere una lettera d'amore.
Poi, nel suo piccolo (o infimo), c'è anche chi decide di dare un contributo tutto suo alla causa. C'è allora chi decide, per esempio, che per fare un'"ecologissima" pista ciclabile è opportuno tagliare un centinaio di alberi. Ma oggi non c'è più tempo per questo: di coglioni parleremo un'altra volta.
Tutti gli altri, ambientalisti o no, possono invece recarsi sabato mattina alle 9,15 all'Hotel Ramada in Viale Vespucci 71 a Rimini, per il convegno organizzato dall'Associazione Basta Merda in Mare dal titolo: "Il mare non è una fogna blu".







Questa notizia proviene dal sito Associazione Basta Merda in Mare
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