La Voce di Romagna, 16 luglio 2008
di Simone Mariotti
Rimini e il doppio. Quante volte si è scritto su questo
argomento! La città estiva e la sorellastra invernale; il turismo e l'industria
(oramai entrambi sconfitti dal cemento), il monumento della piazza principale
che nei secoli cambia identità, ed ancora oggi qualcuno s'inganna. E
l'assenza di cultura che di aggira spavalda e abbronzata tra le roccaforti della
bellezza antica.
Il doppio è Rimini, ed oggi tutto ciò troverà la sua massima
sublimazione, forse inconsapevolmente, grazie all'ammirevole progetto, lo dico
senza ironia, dello studio Foster.
Tre anni fa fui chiamato da un'amica che abita poco dietro piazza Kennedy, in
un palazzo di oltre 5 piani lungo viale Vespucci. Mi chiamò per andare
a scattare una foto, quella che vedete riprodotta qui oggi. Aveva appena piovuto
e, al solito, una marea nera stava defluendo in mare lasciando dietro di se
un'inconfondibile traccia maleodorante.
Come vedete dall'immagine, il terrazzo della mia amica non è proprio
in prima fila, non ha la visuale di un grattacielo e davanti si ergono altri
edifici. Eppure i "disegni neri" sul mare erano inconfondibili (essendo
la foto in b/n ho aggiunto delle frecce per evidenziare meglio il dilagare del
liquame).
Ora, in tre anni le cose si sono ulteriormente aggravate, se era possibile,
per lo scarico dell'Ausa. Per evitare le aperture di altri scarichi, quando
la portata è gestibile, quello di piazza Kennedy ha finito per fungere
da collettore finale di tutti gli intestini riminesi, diventano sempre di più
la cloaca maxima della città.
Cambio di scenario. 2011. Sono passati altri tre anni e un'uggiosa e piovosa
domenica estiva costringe i turisti ad una giornata in albergo. Nel nuovo grattacielo
felliniano di Foster, però, la vita continua ed è in programma
una festa esclusiva all'asciutto per non interrompere l'euforia della nuova
costa smeralda dell'adriatico. Nel grande salone vista mare cocktail tropicali
accompagnati da piada e ciccioli vengono serviti da camerieri certamente poliglotti,
in attesa che qualche spettacolo inizi. Gli ospiti si distraggono osservando
lo splendido scenario marino che si offre ai loro occhi. Nulla può essere
più nascosto, lì, a pochi metri dal fattaccio, in alto, senza
barriere, tutto il mare davanti, nudo, impietoso, NERO.
Il palazzo positivamente più scioccante, sopra lo spettacolo più
tremendamente scioccante. Ed il ponte che si tufferà in mare seguirà
lo scarico come un fratello siamese, e come un demonio che non può specchiarsi,
l'immagine della donna felliniana disegnata dei londinesi troverà altre
sembianze riflesse sull'acqua.
Chissà se da Foster hanno pensato anche a questo aspetto?
E lo hanno detto a Ermeti e Melucci, che già scalpitano per estendere
anche al piano strategico il sistema delle varianti? Come mostrato da una lettera
di Ermeti al Forum del piano strategico (oggetto di dibattito in questi giorni),
già si chiede di discutere dei nuovi progetti, prima che il piano stesso
abbia visto la luce, trasformando il Forum (che, detto per inciso, non servirà
concretamente a nulla di utile) in un'osteria dove discutere di tutto un po'
a caso, senza considerazione alcuna per quelle strategie di lungo periodo che
dovrebbero caratterizzarne la discussione.
Tra le varie "frenate", oggetto di un animato dibattito su questo
giornale, per fortuna anche il Presidente della Fondazione Carim, Alfredo Aureli,
ha mostrato le sue perplessità sui nuovi Project. E la sua voce è
ben più pesante di tutte le altre. In Fondazione un cambiamento c'è
stato, molto positivo. Speriamo che ci regali altre soddisfazioni, magari riuscendo
là dove tutti sino ad ora hanno fallito: spiegare finalmente alla nostra
amministrazione il significato della frase "strategia di lungo periodo".