Rimini, 26 settembre 2008
In certe occasioni eccezionali, come le sciagure ambientali
degli ultimi giorni, si riesce più che altre volte a fare una valutazione
della capacità o della pochezza di una classe politica. Si mettono sui
due piatti della bilancia (quello delle fesserie e quello dell'onestà)
le prese di posizione, la capacità di intervento, le proposte, il sentimento
e l'impegno. Non è difficile capire se una dichiarazione è fatta
con cognizione di causa e con sincera preoccupazione o se è un frutto
marcio del solito politico baggiano.
Vivendo a Rimini non c'era da farsi illusioni su quale piatto della bilancia
si sarebbe riempito. La cosa più grave è che si è riempito
del solito vuoto, e più che infuriati siamo allibiti da una classe politica
dirigente che sa solo occuparsi di maquillage amministrativo.
Basta, signor Sindaco, basta. Non è possibile né accettabile perdere
ancora tempo in chiacchiere sui depuratori che non riescono ad assorbire la
portata d'acqua, e sui tutti gli altri disastri del nostro sistema fognario,
oramai certificati anche da Hera.
Sono passati più di 15 anni dalle nostre prime azioni e centinaia solo
le occasioni in cui abbiamo segnalato i problemi, e siamo ancora qui, come 20
anni fa, con il sistema al collasso per una pioggerella e con in più
un p.r.g. delle fogne che è una barzelletta e un Piano Strategico che
pare trattare il problema degli scarichi e della depurazione come se si trattasse
di pettegolezzi da vecchie comari di campagna.
Le proposte per avviare soluzioni risolutive tardano, lasciando spazio alla
solita ammucchiata di palliativi tra i quali incombe l'atto 27 della seduta
del consiglio comunale del 16 febbraio 2006 che prevede, come estremo capolavoro
tecnico, la realizzazione di 9 condotte sottomarine che scaricheranno a 500
metri dalla costa. Sanno tutti che a tale distanza ci sono appena 5 metri d'acqua
(ma anche ad un miglio non si va oltre i 10 metri), una profondità che
non consente certo una diluizione accettabile dei reflui, per non parlare dalla
rapidità con cui le correnti marine riporteranno tutto a riva, ben spalmato
su tutta la costa, eppure si procede in questa ostinata direzione.
L'uso delle cave per lo stoccaggio delle acque piovane, il riutilizzo delle
stesse e delle acque reflue del depuratore e una repentina inversione di marcia
sulla politica urbanistica sono scelte vitali per la città non più
rimandabili. E non sarebbe una cattiva idea dare una bella rinnovata a tutto
lo staff di consulenti che si "occupano" da anni del problema fogne,
sempre a libro paga dei soliti noti.
Auspichiamo che quelle categorie economiche che quest'estate meritoriamente
e se possiamo dirlo, finalmente, avevano chiesto interventi strutturali al sistema
fognario, escano allo scoperto adesso, ed esigano anche loro l'inizio dei lavori
per lo sdoppiamento della rete fognaria che, pur necessitando di 20 o 30 anni,
devono prima di tutto cominciare.
Chiediamo quindi al Sindaco un consiglio comunale aperto con la presenza dei
tecnici di Hera, affinché si smetta di nascondere la testa sotto la sabbia
e si inizi una volta per tutte ad affrontare questo problema con la dovuta serietà,
onestà e trasparenza, per il bene della città.
ASSOCIAZIONE BASTA MERDA IN MARE