15 aprile 2009 - La Voce di Romagna
di Simone Mariotti
Il "Cigno nero" è un qualcosa che ti spiazza.
Se provi a prevederlo ti danno del pazzo, se suggerisci una soluzione per un
evento così estremo nessuno ti starà a sentire, perché
produrrà delle "inutili" spese.
Nassim Taleb, economista, probabilista, filosofo, luminare dell'incertezza ha
scritto sul Cingo nero uno dei libri più interessanti degli ultimi anni,
e ci ha spiegato che sono i Cigni neri gli eventi estremi, positivi o negativi,
che segnano la storia del mondo e delle persone, e che gli fanno cambiare direzione.
Il Cigno nero non si può prevedere, per definizione. Sai che può
esistere, ma non puoi sapere se o quando apparirà, un concetto che fa
spesso a botte con la nostra razionalità e con la presunzione degli esperti
di ogni settore. Taleb, per esempio, ricorda che lo stato veramente paradisiaco
in cui si trovava il suo Libano prima della guerra civile, scoppiata improvvisamente
nel '75, non era messo in discussione da nessuno, tutti troppo sicuri avendo
sulle spalle 13 secoli di pacifica coesistenza, di cultura e crescita intellettuale
ed economica. E quei disordini che sconvolsero per sempre quel mondo continuarono
per anni a essere ritenuti da tutti solo piccole scaramucce che sarebbero presto
finite. Invece un Cigno nero era apparso nel paese dei cedri.
Scrive Taleb, riflettendo dopo una conversazione con un tassista: "notai
che, rispetto ai tassisti, le persone intelligenti e istruite non presentavano
una maggiore capacità di fare previsioni, ma c'era una differenza sostanziale:
i tassisti non ritenevano di comprendere la situazione quanto le persone istruite;
non erano esperti e lo sapevano".
Non bisogna sottovalutare l'impatto dell'altamente improbabile, insomma. Però
tendiamo sempre a trasformarlo in impossibile, lontano, assurdo, perché
che la nostra mente è una macchia magnifica per produrre delle spiegazioni,
per trovare sempre un nesso causale, "ma generalmente incapace di accettare
l'idea dell'imprevedibilità".
Che peso avreste dato a chi avesse proposto di blindare le porte delle cabine
di pilotaggio degli aerei per sventare un'improbabile atto come l'11 settembre?
Costi "inutili". Anche un terremoto è un Cingo nero, pare.
Ma ci si può difendere dai Cingi neri negativi?
Forse no, perché la mente dell'uomo, come si diceva sopra, considera
l'improbabile come impossibile, e arrivato un Cigno nero subito lo rimuove dalla
realtà. Un drammatico esempio sono le continue proroghe sull'applicazione
delle leggi anti-sismiche. L'ultima puntuale era stata votata in febbraio, annullata
almeno per ora da un voto, ovviamente a terremoto avvenuto. Durerà?
Se qualcuno 5 anni fa avesse proposto di smettere di costruire e ristrutturare
invece metà de L'Aquila, con che serietà sarebbe stato ascoltato
questo tapino? Costa più la ricostruzione o la ristrutturazione di una
città?
Gli esperti affermano con certezza che il Vesuvio tornerà in attività,
forse tra 50, forse tra 150, forse tra 5 anni. Però...
E a Rimini, quale potrebbe essere un Cigno nero? Provoco anch'io, per essere
preso per pazzo, visionario e terrorista, come tutti quelli che immaginano l'estremo:
e se un bambino per una serie di coincidenze assolutamente improbabili si ammalasse
seriamente per aver inghiottito del liquame mentre fa il bagno?
Sabato prossimo alle 17 alla sala del Podestà di Piazza Cavour a Rimini,
verrà inaugurata con un convegno una mostra fotografica sugli scarichi
a mare. Vi anticipo una delle foto, scattata da me, mentre Sergio Giordano,
che i lettori conoscono bene per le sue battaglie contro gli scarichi, prelevava
per farla analizzare un campione dell'acqua in cui stavano giocando quei bambini
che vedete, poche ore dopo la pioggia e l'apertura delle paratie. Il referto
sarà appeso a fianco della foto, assieme a tanti altri; vi lascio la
"sorpresa".
Sì, probabilmente questa è un'eventualità assai remota;
ma tante altre cose potrebbero succedere per colpa degli scarichi a mare. E
una cosa è tutelarsi contro un'invasione da Marte, un'altra è
fare un po' di investimenti fognari o smetterla di condonare attorno ai Vulcani,
maledicendo poi la malasorte quando un Cigno spunta all'orizzonte. Poi ci si
accorge che viste da vicino, come sta emergendo in Abruzzo per la vergogna delle
case nuove fatte di sabbia e con metodi irresponsabili, le sue piume sono appena
grigie, e di un grigio piuttosto chiaro.
Il convegno e la mostra sono organizzati dall'Associazione Basta Merda in Mare,
in collaborazione con altre note associazioni ambientaliste (Maricla, Rifiuti
Zero, WWF e AVI). Per la prima volta tutti potranno vedere riuniti assieme sotto
i loro occhi tutti gli scarichi di Rimini e la loro storia, perché una
cosa è sentirne parlare, un'altra è vedere il liquame che esce,
e i bambini che giocano in mezzo a divieti di balneazione nascosti, o le terribili
foto della marea nera dello scorso ferragosto che infiammò la città.
E poi i video, le analisi e un libro con il catalogo fotografico a colori che
sarà regalato a tutti i visitatori.
Non è un mistero che Basta Merda in Mare sia stata spesso in forte polemica
con l'amministrazione cittadina. Questa volta, però, il tutto è
avvenuto con anche il patrocinio del Comune e della Provincia di Rimini, che
appoggiando l'iniziativa forse più dirompente nella storia di Basta Merda
in Mare, riconoscono finalmente tutte le ragioni dell'emergenza sanitaria, ambientale
ed economica da sempre denunciate dall'associazione. Che sia anche questo un
Cigno nero, seppur positivo? Per il bene della città, mi auguro sinceramente
di no.