7 luglio 2009 - La Voce di Romagna
di Gabriele Bernardi
V icepresidente ass. Basta Merda in Mare
In questi giorni si e fatto un gran parlare del CER (Canale Emiliano Romagnolo). Le spinte nella direzione di un completamento fino a Cattolica intuiamo siano
forti.
La nostra associazione da sempre si pone contro il canale che ci dovrebbe portare
acqua di cui non abbiamo bisogno e per giunta di pessima qualità. E'
assurdo pensare che una zona colma d'acqua come la nostra debba attingere acqua
da qui. Ci chiediamo se gli agricoltori che spingono per la realizzazione sappiano
che quell'acqua la dovranno pagare cara. Una realtà come la nostra dovrebbe
piuttosto investire soldi,idee e progetti sul riutilizzo delle acque dei depuratori.
Ad oggi finiscono in mare quotidianamente creando grossi problemi, 100.000 metri
cubi, a raddoppio del depuratore ultimato saranno 300.000, ovvero con le solo
acque reflue si potrebbero irrigare 1.500 ettari di terreno agricolo
Così, mentre sempre più paesi nel mondo, con procedimenti realmente
all'avanguardia, riescono addirittura a bere i loro reflui e a non avere scarichi,
qui , nonostante l'evidente stato delle cose si continua a spingere per un intervento
deleterio e insensato che porterà altro inquinamento e spezzerà
in due un territorio che vive un'emergenza ambientale sconosciuta solo alla
tre scimmiette.
L'urbanizzazione, le fonti d'inquinamento causano criticità insostenibili
e il deterioramento delle risorse pubbliche primarie sempre più aggredite
e consumate. Da sempre crediamo che possa esistere una visione ambientale complessiva
e comune del territorio, che stabilisca dei punti fermi da cui ripartire e valorizzi
le risorse in un ottica di sostenibilità e in questa non rientra certo
il CER. Una città che vuole andare verso l'eco-sostenibilità non
può accettare scelte di questo tipo.
E' ora di cambiare direzione e puntare diritto sulla salvaguardia ambientale
ripensare alla funzione pubblica = bene collettivo ad iniziare dal riutilizzo
delle acque.