3 agosto 2009 - La Voce di Romagna
di Giuliano Bonizzato
Nella mia precedente Cronaca ponevo all'amministrazione (ma
anche all'opposizione, che mi è sempre apparsa piuttosto fiacca in tema
di eutrofizzazione e anossia da depuratore) le domande che qui, sinteticamente,
ripropongo:
-Perché, dopo quindici anni dall'approvazione del progetto di riqualificazione
delle acque marine attraverso la deviazione dei reflui del depuratore nel Parco
Marecchia e la loro miscelazione nel porto canale lo stesso non viene ancora
considerato prioritario.
-Che significato abbiano , alla luce di tale progetto, poco costoso e facilmente
realizzabile:
a) la richiesta di fondi regionali per la fertirrigazione attraverso i reflui,
costosissima e attualmente irrealizzabile per contrasto con la normativa, nonché
incomprensibile dal momento che l'acqua buona è già arrivata a
Bellaria, trasportata dal Canale Emiliano Romagnolo.
b) La costruzione di faraoniche piscine sulla spiaggia del tutto inutili una
volta risanato il mare grazie alla soluzione di cui sopra.
c) L'altro progetto di scaricare i reflui al largo della costa con relativa,
costosa manutenzione dei numerosi "diffusori" indispensabili per eliminare
la "stratificazione", ammesso e non concesso che l'idea possa funzionare
sui nostri bassi fondali.
Orbene. Per ora, tali semplici e logiche domande, non hanno avuto risposta.
Non possono infatti essere considerate risposte "Non conosco il problema"
"Sarà mia premura verificare" "Lei ha ragione ma mancano
i soldi". " I soldi ci sono, ma manca la volontà politica".
"Ci stiamo lavorando" " Tanto la colpa di tutto è del
Po…" Affermazione, quest'ultima, non solo umoristica ma allarmante
nella sua disinformata perentorietà.
Mi sono reso conto, comunque, che, la maggior parte dei "politici"
non solo ignora che la proliferazione dell'alga sottocosta è dovuta esclusivamente
ai nutrienti del "nostro" Po personale (il depuratore!) ma non si
è mai curata di accertare "de visu" la tristissima situazione
marina determinatasi in seguito ad essa: la morte, sottocosta, per "anossia"
(mancanza di ossigeno) di qualsiasi forma di fauna marina il che è a
dire di quell'insieme gioioso di pesciolini, cavallucci marini, granchietti,
cannolicchi, poveracce, che facevano un tempo la gioia dei bambini ma anche
di tanti adulti che, muniti di maschera e pinne, perlustravano i fondali prospicienti
alla zona di balneazione. E che ora trovano il deserto.
Né la maggior parte dei suddetti politici è rimasta turbata dal
fatto che il mare sottocosta, anche quando non è afflitto da periodiche
strane colorazioni, abbia comunque perso quella trasparenza che lo rendeva particolarmente
gradevole ai nuotatori, soprattutto nelle prime ore del mattino, prima del naturale
leggero intorbidimento delle acque dovuto esclusivamente alla movimentazione
del fondo sabbioso.
Ne ho dedotto una triste verità.
La maggior parte di chi ci rappresenta del "suo" mare se ne frega.
E se ne frega perché non lo ama. Non ci nuota dentro. Non ci va sotto.
Peccato che anche quei pochi che lo frequentano non lo amino abbastanza da battersi
per farlo ritornare "com'era".
Il Teatro sì. Il mare, no.
Perché non rispondono? -si domanda Simone Mariotti riprendendo il tema
in un suo recente articolo.
Già.
E perché-dico io- l'opposizione non" interroga"?
Non resterebbe, a questo punto, che confidare in quella figura retorica che
i grandi oratori del passato, definivano "Invettiva". E poichè
mi considero ancora un cittadino e non un suddito, ove non pervenga una doverosa,
sollecita, ufficiale e convincente risposta, alle interrogazioni mie e di Mariotti,
comincerò, da questa Rubrica, ad ispirarmi alle "Catilinarie"
di Cicerone. Confidando nell'appoggio del Popolo degli Amanti del Mare. E dei
bagnini che, incazzati come belve, sono costretti a spalare da mane a sera le
alghe più grosse, quelle che si formano continuamente ed esclusivamente
sulla riva soprattutto davanti ai bagni che vanno dall'1 al 10. Quelli, tanto
per intenderci, più vicini…al nostro Po. La microalga che intorbida
l'acqua (quando non la colora addirittura di rosso o di giallo) facendo fuori
ogni forma di vita marina, arriva invece dappertutto rendendo squallido il bagno
dei bambini che non possono spingersi al largo. E del tutto inutili le immersioni
di chi vorrebbe praticare lo "snorkeling",
Poi, saltuariamente, a completare il quadro, c'è anche la merda (che
a me, personalmente, preoccupa meno) dovuta, come ha detto recentemente il Sindaco,
a quarant'anni di inerzia della precedente Amministrazione per la colpevole
mancata realizzazione delle doppie condutture.
Ma non confondiamo i due problemi. Ché tanto ci pensano loro, a confondersi,
dopo i temporali.
Noi stiamo chiedendo semplicemente a "questa" Amministrazione cosa
intende fare per eliminare "l'alga da depuratore". Quale progetto,
dei tanti in cantiere, voglia adottare. E, soprattutto "quando".
Restiamo in attesa.
Ma non per molto.
"Quo usque tandem, Ariminensis Administratio, abutere
patientia nostra?". (Fino a quando, Amministrazione di Rimini, abuserai
della nostra pazienza?)
Staremo a vedere.
Anzi, a sentire.