Il muro di gomma dei politici (nostri dipendenti) - (Mariotti) ago 09
Data: Giovedì, 13 agosto @ 15:52:12 CEST
12 agosto 2009, La Voce di Romagna

di Simone Mariotti

Caro Giuliano Bonizzato,
che vuoi farci, non ci hanno risposto, anzi, non hanno risposto alla città; intendo quelli che contano, quelli che decidono come spendere i nostri soldini. L'altro ieri tu hai cosparso di "malatestianità" le Catilinarie trasformandole in una sorta di godibili Zanzianrie. Io allora accenno a un'altro genere letterario, il romanzo epistolare, e ogni tanto ci scriveremo per verificare se in questa benedetta città ancora ci si debba chiedere: "O Di immortales! Ubinam gentium sumus? Quam populum habemus? In qua urbe vivimus? Oh, Dei immortali! In qual parte del mondo ci troviamo? Quale popolo abbiamo? In quale città viviamo?"
Le nostre domande erano semplici, chiare: perchè un progetto già pronto e che costa poco, pochissimo, ma così importante, è stato accantonato? So che la risposta è: "mancanza di soldi", ma perché anche quei pochi soldi che servivano sono stati dirottati altrove? Forse eran troppo pochi, caro Gibo, per far smuovere il deretano a qualcuno. Chissà, la famigerata "Banda del Tubo" (che necessita puntualmente di tubi costosissimi) è sempre all'opera.
Come sai, Zanzini, mi ha "cercato", ma per "interposta persona", dicendo cioè ad altri che se volevo potevo contattarlo. Dopo un mio naturale silenzio, una nuova missiva, sempre ad altri invece che a me (un fanatico anche lui del romanzo epistolare!). Finché gli risposi dicendo che non ero io a dove chiedere udienza, ma loro a rispondere ufficialmente. Tu già sai, come conclusi la mia zanzinaria personale, ma non i nostri lettori. Ecco quindi la fine:
"Ognuno ha le sue idee su come gestire la cosa pubblica e che rapporti avere con i cittadini. Io non ti ho chiamato né lo farò adesso, perché, ripeto, quelle che sollevavo non erano paturnie e bisogni di Simone Mariotti (che, scusami, potrebbe anche averne e finirla lì, ma non tu che sei pagato per amministrarci, e sei un dipendente dei cittadini), ma esigenze della collettività, credimi, stimolato da idee di altri (non mi approprio di primogeniture).
Se, come credo, sei in buona fede (anche se ugualmente credo che tu sbagli di grosso la comunicazione, scambiando richieste della stampa, dopotutto innocenti, come richieste di udienza all'imam), ti invito nuovamente a SCRIVERE DI TUA INIZIATIVA per spiegare perché il comune (non Andrea Zanzini) ha scelto di spendere quei pochi soldi che ci vogliono per fare quel lavoro, per fare invece altro
".

Faccio basta anche io; me ne vado in posti lontani, per un po', a vagar per l'Asia, cercando magari conforto tra le foglie di betel e i templi di Vishnu, ma con il cuore che resta sempre qui, assieme al mio amore cittadino, di cui già narrai.

Conrad scrisse in Lord Jim:

"Neppure di me stesso sapevo molto di più. E poi, ripeto, stavo per tornare in patria - in quella patria così lontana che tutti i suoi focolari apparivano come un focolare unico davanti al quale anche il più umile di noi aveva il diritto di sedersi. Vaghiamo a migliaia per tutta la terra, illustri od oscuri, guadagnandoci oltremare fama e denaro, o soltanto una crosta di pane; ma a me sembra che per ciascuno di noi tornare in patria debba essere l'equivalente di una resa dei conti. Torniamo per affrontare i nostri superiori, i nostri parenti e i nostri amici - quelli ai quali obbediamo e quelli che amiamo; ma anche coloro che non hanno nessuno, i più liberi, solitari, irresponsabili, privi di legami - anche coloro per i quali la patria non contiene né un viso caro né una voce familiare - anche loro devono fare i conti con lo spirito che risiede in quella terra, sotto il suo cielo, nella sua aria e nelle sue valli, sulle sue alture e nei suoi campi, nelle sue acque e nei suoi alberi - un muto amico, giudice e ispiratore. Dite quel che volete, ma per godere della sua gioia, per respirare la sua pace, per affrontare la sua verità, bisogna tornarvi con la coscienza tranquilla. Tutto questo può sembrarvi mero sentimentalismo; e in effetti pochissimi tra noi vogliono o possono guardare consapevolmente sotto la superficie delle emozioni usuali. Ci sono le ragazze che amiamo, gli uomini che ammiriamo, le tenerezze, le amicizie, le occasioni, i piaceri! Resta però il fatto che dovete ricevere la vostra ricompensa con mani pulite, se non volete che nel vostro pugno si tramuti in foglie morte e in spine. Io credo che siano i solitari, quelli senza un focolare o un affetto, che possano reclamarla come propria, quelli che non tornano a una casa ma alla terra in sé, per incontrarne lo spirito disincarnato, eterno e immutabile - che siano loro a comprenderne meglio la severità, il potere di redenzione, la grazia del suo diritto secolare alla nostra fedeltà, alla nostra obbedienza. Sì! Pochi di noi lo capiscono, ma tutti lo sentiamo, e dico tutti senza eccezione, perché quelli che non lo sentono non contano. Ogni filo d'erba ha un suo posto sulla terra da cui attinge vita e forza; nello steso modo l'uomo ha le radici nella terra da cui attinge la propria fede insieme con la propria vita".

Forse è per questo che chi ha la presa sul potere (anche il potere su se stesso di chi non si lascia andare) non parte mai, non desidera mai allontanarsi. Come fare a tornare dopo? Quanto lungo deve essere il "viaggio" per ripulire la coscienza (non solo per le malefatte, ma per le occasioni perse per gioire liberi davvero) e apprezzare la ricompensa? Come trovare il coraggio di guardarsi allo specchio nudi, e senza più addosso quelle scuse per andare avanti con le stesse logiche che uccidono dentro? Il giudizio finale sarebbe impietoso. Meglio non muoversi.







Questa notizia proviene dal sito Associazione Basta Merda in Mare
http://www.bastamerdainmare.it

L'URL di questa news è
http://www.bastamerdainmare.it/modules.php?name=News&file=article&sid=91